PARRE – Gli Alpini di Parre e il legame con Matteo Miotto, morto in Afghanistan nel 2010

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Un legame nato nel 2011. E mantenuto nel tempo. Gli Alpini di Parre e Matteo Miotto. Anche lui Alpino. Caporal maggiore. Che 11 anni fa ha lasciato la sua vita in Afghanistan. Con quel cappello e quella divisa che servito e onorato fino alla morte. Matteo veniva da Thiene. E a Thiene gli Alpini di Parre si sono recati per la prima volta il 21 marzo del 2011. “Avevamo già in programma una gita a Bassano, eravamo in settanta – racconta il capogruppo Gianni Cominelli -, abbiamo allungato il viaggio di una ventina di km per andare sulla sua tomba. Avevo contattato lo storico capogruppo degli Alpini di Thiene e ci eravamo accordati. Poi da lì siamo tornati diverse volte sulla sua tomba e ad incontrare sua mamma, la signora Anna Dal Ferro. E una volta è venuta anche lei a Parre”. Una storia che a Parre ha toccato i cuori di tanti. “Pensa che c’era un nostro Alpino che non metteva mai il cappello. L’ha fatto per la prima volta lì, sulla tomba di Matteo Miotto, e gli scendevano pure le lacrime dagli occhi”. A Parre questa storia aveva coinvolto tutti, dall’ex sindaco Francesco Ferrari al parroco don Armando Carminati. E proprio a loro la mamma di Miotto aveva indirizzato la lettera di ringraziamento che riportiamo.

 

“Per Matteo gli Alpini erano una seconda famiglia. Sempre in prima linea”

“Sono Anna Dal Ferro, la mamma del Caporal Maggiore Matteo Miotto deceduto in Afghanistan il 31/12/2010. Vorrei con la presente ringraziarVi personalmente a nome mio e della mia famiglia, Lei Sig. Sindaco e tutto il consiglio comunale, nonché la comunità che rappresentate e soprattutto gli Alpini per aver voluto rendere onore alla tomba del mio amato figlio domenica 20 marzo 2011.

La vostra partecipazione è stata molto gradita e commovente, anche le poche parole che Lei, Sig. Sindaco, ha voluto pronunciare sono state di una semplicità commovente, come ben Lei ha detto “che tra persone semplici e di montagna ci si capisce meglio” e poi aggiungo che tra Alpini c’è una naturale intesa in quanto siete una grande famiglia.

La bellissima preghiera letta da una vostra componente per l’Alpino Matteo Miotto, mio figlio, e di cui ho ricevuto copia la conserverò tra le cose più care insieme ad altre testimonianze che mi stanno ancora arrivando, parole commoventi e intrise di sincerità e sensibilità che mi commuovono immensamente fino alle lacrime.

A voi tutti Alpini della sezione un grazie particolare per l’omaggio floreale che è stato deposto. Matteo viveva per questo corpo militare che era per lui una seconda famiglia. Infatti la lettera che abbiamo indirizzato a Metto durante la Santa Messa nel Duomo di Thiene terminava con questa frase: “Perché tu eri un Alpino, sei un Alpino e sarai sempre un Alpino”.

Matteo aveva già programmato di insegnare alle nuove generazioni tramite la scuola e raccontava che essere Alpino è di grande valore, che fare il militare non è solo retorica ma anche avventura, sacrificio, abnegazione e cameratismo, come dimostrano le sue lettere, specialmente quella spedita al Sindaco di Thiene in occasione del IV novembre, festa delle forze armate, che ritengo sia il testamento di mio figlio, dove traspariva che la patria e la bandiera sono valori che tutti gli italiani portano con sé. Era generoso e altruista, ne sono testimonianza le modalità in cui è rimasto vittima andando in soccorso di chi era in difficoltà. Ogni mamma tende a far risaltare le doti dei propri figli, ma io sono sicura di non correre questo rischio, perché Matteo era un ragazzo veramente speciale. Avevo la sensazione fin dalla sua tenera età che mi avrebbe dato grandi soddisfazioni e così è stato, seppure nella sua breve vita. Non voglio peccare di presunzione ma mi sento di augurare a tutte le mamme d’Italia di avere dei figli così….

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