VILMINORE – L’azienda Moreschi: “Anticipiamo noi la cassa integrazione. Abbiamo ripreso a ranghi ridotti”

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Un crollo nella produzione e nel fatturato. Per un’azienda che stava crescendo in modo significativo il COVID ha rappresentato un colpo difficile da affrontare. Ma intanto non si molla. E con tutte le precauzioni di sicurezza si continua a lavorare, con un occhio di riguardo per i dipendenti. La Moreschi S.R.L., che a Vilminore produce lame circolari e a nastro, ha vissuto diverse fasi di riorganizzazione durante l’emergenza sanitaria. 40 dipendenti distribuiti in diversi settori, dalla produzione alla vendita. “A inizio marzo si inizia a percepire tensione, si capiva che la direzione sarebbe stata quella di ampliare le restrizioni. – spiega Mattia Moreschi, responsabile di acquisti e sicurezza, che insieme alla sorella Gloria Moreschi rappresenta la seconda generazione, figli del titolare MarcoQuando sono usciti i primi decreti abbiamo cominciato a ridurre il personale e a distribuire le mascherine, secondo quanto ci ha consigliato chi ci segue per la sicurezza. Era una situazione nuova per tutti. Dopo il decreto dell’11 marzo, che iniziava a porre restrizioni anche per i privati, abbiamo avviato lo smart working per chi riusciva e sfruttato le ferie e i permessi per chi poteva”.

L’incertezza dei primi giorni si esaspera nel celebre fine settimana del 21-22 marzo. “Il sabato sera è stato annunciato il decreto, che non si sapeva bene quando sarebbe arrivato. Abbiamo comunicato a tutti la chiusura dal lunedì perché la sensazione era quella. Ma domenica sera il decreto dava possibilità di svolgere per tre giorni le operazioni per l’organizzazione della chiusura. Abbiamo allora richiamato i responsabili per poter venire in ditta per i tre giorni successivi. C’è stato un problema di comunicazione, è pesato soprattutto doversi riorganizzare”.

Due settimane di chiusura totale, prima di una ripartenza a ranghi ridotti, anch’essa segnata dall’incertezza circa i tempi della riapertura. “Avevamo annunciato ai clienti la riapertura dal 6 aprile, come fatto avevano fatto anche i fornitori. Poi è arriva il decreto che ha prolungato la chiusura, ma i clienti più grossi, in particolare quelli legati alle filiere essenziali, si sono fatti sentire. Noi, infatti, produciamo seghe circolari, utilizzate anche per il taglio dei tubi e dell’acciaio. I tubi ci sono dappertutto, per esempio nel settore del gas, anche nei settori essenziali che hanno continuato a lavorare: i clienti legati a quelle filiere si sono fatti sentire. Abbiamo dovuto tener fede alla comunicazione della riapertura del 6 aprile nonostante le difficoltà. Ci siamo fatti seguire da un legale e da alcuni consulenti per capire come fare”. ..

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