Un “murale” nel carcere di via Gleno ricorda il disastro

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di Andrea Maj

Presentare il disastro del Gleno in una struttura come quella del carcere è stata una delle esperienze più toccanti tra le tante iniziative realizzate nel corso del centenario del crollo della diga. Contrariamente al solito non mi trovavo all’aperto nella valle in mezzo ai ruderi, tra pascolo e cielo, ma al chiuso della casa circondariale “Don Fausto Resmini” di Bergamo, con le sue alte sbarre e minuscole finestre da cui anche la luce fatica ad entrare…

Questa struttura era conosciuta fino a poco tempo fa come “Carcere di Via Gleno”. Una pura coincidenza, nessun collegamento diretto con la diga ma la cosa mi ha colpito fin da subito, quando la professoressa Valeria Bonicelli, docente della scuola in carcere CPIA 1 Bergamo, ci ha invitato a quest’esperienza.

Dopo l’introduzione di Stefano Albrici, coordinatore del Comitato del Centenario, è iniziato il racconto di quanto avvenne quel tragico primo dicembre, supportato da foto che illustravano la storia del disastro, dalle fasi costruttive fino al crollo.

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