ALZANO – Ilaria e la protesta contro il caro università: “Continuiamo. Ci hanno proposto il canone concordato. Vivo in una stanza a 600 euro al mese…”

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Luca Mariani

«Quest’estate mi sono messa a cercare di nuovo una stanza. I prezzi sono sempre altissimi: dai 700 ai 1000 euro mensili per una camera singola. Oppure mi sono stati offerti dei contratti di subaffitto illegali. Insomma la situazione è ancora abbastanza discutibile.» Parola di Ilaria Lamera che nel pomeriggio di martedì 12 settembre è tornata in piazza Leonardo da Vinci a Milano per protestare contro il caro affitti con la sua iconica tenda. La studentessa di Alzano Lombardo in compagnia di una cinquantina di fuori-sede come lei sono tornati davanti al Politecnico di Milano per riprendere la contestazione pacifica. L’obiettivo è ancora quello di riuscire a ottenere che gli affitti nel capoluogo lombardo, come in tutte le città universitarie, tornino ad essere più accessibili.

«Il sindaco di Milano Beppe Sala ci ha invitati a partecipare ad un tavolo per discutere la questione.» Spiega l’aspirante ingegnera ambientale, che ad ora è insoddisfatta delle scelte fatte dall’amministrazione milanese: «Ci hanno proposto il canone concordato, ma noi siamo contrari perché è come legittimare dei prezzi che sono abbastanza insostenibili. Le fasce di prezzo nelle zone universitarie restano tra i 500 e i 550 per una stanza singola. Quindi non cambia molto dai prezzi di mercato.» Ilaria, diventata famosa ad inizio maggio quando piantò per protesta la sua tenda proprio in «piazza Leo» propone come possibile soluzione lo sviluppo di uno studentato diffuso «però è una promessa che ci è stata fatta senza garanzie e senza fondi, perché il comune ci ha detto che non potrà metterci i soldi, ma andrebbe finanziato con i soldi del Pnrr. Come sappiamo i soldi per gli studentati sono stati rimandati dal governo. Quindi è una promessa campata per aria. È un po’ inutile.»

Nonostante queste differenze di vedute con Sala e la sua giunta la studentessa alzanese ammette che l’amministrazione comunale di Milano è l’unica istituzione attiva nel cercare una soluzione. Tutti gli altri esponenti politici «sono venuti qui in piazza a maggio a farsi vedere e poi sono spariti. All’inizio sembrava che ci ascoltassero, ma non è stato così.» Le critiche maggiori Ilaria le rivolge al governo che «non si è mai fatto sentire e non ha più riproposto l’emendamento contro il caro affitti che aveva inserito, ma subito ritirato dal decreto di maggio. Non si è più visto niente.» Ma soprattutto alla regione Lombardia. In particolar modo la ventitreenne di Alzano è amareggiata con l’assessore regionale alla casa e all’housing Paolo Franco: «I primi giorni è venuto qui a parlarci alle tende. Poi l’ho incontrato di nuovo al primo tavolo indetto da Sala in comune a Milano. Ci aveva illustrato il piano casa della regione e poi è sparito. Non so che fine ha fatto il piano casa di regione, sicuramente non se ne è fatto nulla.» Più del dileguamento dell’assessore originario di Cene, ad accrescere la delusione di Ilaria c’è il suo rifiuto a proposte concrete: «Pierfrancesco Maran, l’assessore alla casa di Milano, aveva chiesto alla regione di mettere a disposizione delle case di proprietà dell’Aler per fare lo studentato diffuso, ma pare che la giunta lombarda abbia detto di no. Questo non è un buon segno.»

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