VERTOVA Silvio Bosio, una vita per il GAV, fucina di sogni e campioni. “Da 10 a 200 atleti. L’anima è… mia moglie. Adesso alleno i nipoti dei miei primi ragazzi”

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Una vita dedicata a coltivare sogni e sfornare campioni. Una passione per la corsa che ha fatto crescere generazioni di ragazzi. Silvio Bosio e il GAV, Gruppo Alpinistico Vertovese. Un binomio inossidabile. Una storia lunga più di 40 anni, il capitolo più lungo della storia della società di atletica e sci che ha sede a Vertova.

Il GAV nasce nel 1953: io non c’ero ancora – inizia a raccontare Silvio -. Un gruppo di amici appassionati di montagna era partito creando un’associazione: si erano inventati per una scommessa il giro del Segredont, che anni dopo abbiamo riportato alla luce. Ad una decina di anni dalla nascita si sono affiliati alla FIDAL e sono nate le diverse sezioni: atletica e sci alpino”.

Dal 1980 a seguire l’atletica c’è Silvio Bosio. “Mia moglie allenava già, da 45 anni almeno abbiamo iniziato a farlo insieme. Siamo partiti con un gruppetto di una decina di ragazzi e da lì pian piano siamo cresciuti. Si è formato un consiglio unito e coeso. Ad oggi solo nell’atletica abbiamo 200 tesserati che fanno attività agonistica con noi: dalla categoria esordienti fino ai master”.

A tirare le fila c’è proprio Silvio, con il ruolo di vicepresidente della società e direttore tecnico (mentre l’ambito dello sci è coordinato dal presidente Franco Testa). “Da cinque anni sono in pensione, ma a dir la verità adesso sono più impegnato di quando lavoravo – sorride -. È un’attività che inizia il 1° gennaio e finisce il 31 dicembre. Calcola che le mie ferie estive le passo a Livigno: vado 15 giorni con un gruppo di una quindicina di ragazzi che fanno la preparazione per le gare”.

Un impegno grandissimo. Ma vissuto sempre con il sorriso che si spalanca sul volto. “La nostra forza è la grande passione, che ti porta a impegnarti al 100%. I risultati in questi anni sono arrivati ma siamo contenti soprattutto che tanti ragazzi hanno iniziato con noi e sono cresciuti con noi, anche se non tutti continuano per sempre”.

I numerosi atleti sono divisi in gruppi in base alla specialità. “Io seguo il gruppo del mezzofondo, dai cadetti ai master: gli 800, i 1.500, i 5.000, i 10.000, la mezza e la maratona. Fortunatamente mi dà una mano Walter Guerinoni, un ragazzo di Gorno che correva. Mia moglie Tina segue il gruppo della velocità, dai cadetti ai master, e anche i salti: è lei l’anima, è lei che mi ha coinvolto e ancora adesso spinge con passione. Fa anche da segretaria della società, occupandosi di tesseramenti e visite, un lavoro immenso, che con il Covid è diventato ancora più complesso. Abbiamo poi il gruppo dei lanci, allenati da Valentino Mistri, che ha portato atleti a livello veramente alto. Poi ci sono alcuni ragazzi, anche laureati ISEF, che ci seguono i bambini: Valentina, Cinzia e Raffaella con gli esordienti e Raffaella, insieme ai due pensionati instancabili Mario e Alessio, con i ragazzi di 12 e 13 anni”.

Qui si comincia a correre prestissimo. “Il segreto della nostra continuità è il settore giovanile: se non segui bene quello poi si creano dei buchi che non riesci più a colmare. Partiamo dai corsi di psicomotricità e avviamento all’atletica già dai 5 anni. È un lavoro impegnativo ma questo fa sì che poi qualcuno, quando arriva a 10 anni, continua e inizia a gareggiare. Altri vanno a fare calcio, ciclismo, danza o altro e va bene così”.

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