PROFUGHI: paure, rabbie, scontri e (rari) incontri. I casi più eclatanti a Lizzola, Parre, Cerete e Monasterolo ma anche le reazioni degli altri sindaci

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Profughi. Persone. Facce. Rabbie. Stanchezza. Vento. Scontri. E incontri. In Alta Valle la stagione turistica (si fa per dire) sta per cominciare.

E qui qualcuno i profughi li vede come benzina sul fuoco, ‘già ci vengono in pochi in vacanza, adesso scappano tutti’, brontola qualche gestore di bar e alberghi, salvo poi correre a valutare e chiedere delucidazioni su come poter… accogliere i profughi, che in soldoni rendono 35 euro al giorno e in tempi in cui i turisti qui arrivano col contagocce è manna. O quasi. Ma tant’è. Paesi spaccati e al netto di tutte le polemiche è innegabile che le speculazioni politiche e amministrative la fanno da padrone. E c’è chi fiuta il vento politico e cavalca la questione senza sapere nulla di quello che in realtà succede. E così da una parte e dall’altra ci si scontra e scorna. In mezzo loro.

Sul giornale trovate gli articolo che riguardano LIZZOLA, PARRE, MONASTEROLO, CERETE e poi altri Comuni che hanno detto no ai profughi come PREMOLO e VIADANICA e altri che sono “in attesa” di decisioni come CLUSONE (intervista al Sindaco sulla Casa dell’Orfano).

Inoltre interventi come quello di Vera Pedrana di VILLA D’OGNA che a livello professionale si occupa di immigrazione. E l’intervento eclatante del sindaco di CASTELLI CALEPIO di cui parliamo a parte.

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