LOVERE-EDOLO Cristian e il suo ristorante gestito da ragazzi down: “Lavoravo in locali a Lovere ma mi mancava qualcosa, Lovere si stava spegnendo, adesso ho dato un senso a tutto”

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Nella parte ovest di Brescia, da qualche tempo esiste un locale pubblico unico nel suo genere. Un locale in cui i ragazzi portatori della sindrome di Down sono i protagonisti: il 21 grammi. Il suo nome nasce dalla combinazione tra il numero 21, il trisonomico gene responsabile della disabilità e i grammi in ricordo dell’antico panificio che aveva la sede nel locale. Ma 21 grammi simboleggia pure  il peso dell’anima dell’uomo, l’anima  vitale di coloro che lo conducono quotidianamente. A questo locale, sono state dedicate paginate  su giornali nazionali e servizi video di importanti emittenti televisive. Nel nostro piccolo abbiamo intervistato colui che pur essendo dipendente della società è il direttore generale dell’attività. Non colui che amministra i conti, ma quello che impartisce le direttive imprenditoriali dal banco. Il suo nome è Cristian Bonetti. Ed è originario di Edolo ma Lovere lo ha adottato: “Non sono mai stato un bambino tranquillo e mamma Ivana faceva fatica tenermi calmo. Ardevano nella mia mente progetti futuristici, come avviene ad ogni bimbo a cui si chiede il suo sogno nel cassetto, solo che i miei sogni di un giorno duravano poco dopo essere stati soppiantati da altri ancora più grandiosi. Alla fine della scuola media mi sono iscritto alla prima classe del liceo scientifico Meneghini di Edolo, ma quell’ardore di fare mi ha portato ad abbandonarlo presto. A 15 anni facevo il lavapiatti nel ristorante “La Bussola” che si trova dietro casa. Avevo trovato quiete nell’animo. Ma è durata poco

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