CASTELLI CALEPIO – INTERVENTO – “Dopo 42 anni vado in pensione, che ne sarà dei miei pazienti?…”

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Innanzitutto grazie per l’opportunita’ che mi date di far conoscere ad un pubblico così ampio l’attuale situazione riguardo i medici che lavorano a Castelli Calepio. Ritengo che Castelli Calepio sia un po’ la punta dell’iceberg, ma altri comuni della nostra zona come Calcinate, Bolgare, Palosco, Mornico, Cavernago siano anche loro in una situazione simile alla nostra. Ma torniamo a noi e per meglio capire come siamo arrivati ad oggi occorre fare un piccolo passo indietro e tornare alla primavera del 2020, quando in piena pandemia ben tre medici di base sono andati in pensione quasi contemporaneamente anche se con diverse motivazioni.  Uno è stato sostituito con un medico titolare a partire dalla fine di giugno 2020, mentre per gli altri due colleghi è stato assegnato un incarico provvisorio a due medici, incarico che dura a tutt’oggi quindi sono trascorsi ben dieci mesi.

Per una serie di motivi si è creato fin da subito un clima di disagio, incomprensioni ,difficoltà a relazionarsi con i giovani colleghi specialmente tra la popolazione più anziana già duramente provata dalla pandemia. Per loro perdere un punto di riferimento importante come il proprio medico ha provocato un senso di insicurezza nonché preoccupazione.

Altro punto importante da considerare è  il fatto che durante la pandemia molti pazienti con patologie importanti(cardiopatici, diabetici ed anche neoplastici) hanno evitato di sottoporsi ai controlli ospedalieri per paura del contagio. Anche i controlli preventivi come mammografie, colonscopie ed altri esami non sono stati effettuati con il risultato che in questi ultimi mesi stiamo assistendo ad un aumento del numero di pazienti specie con patologie tumorali anche nel nostro paese. Tutto ciò viene poi aggravato da una non adeguata e tempestiva risposta da parte di chi è preposto alla salute del cittadino che ricordiamo bene è un diritto sancito dalla nostra Costituzione.

Veniamo ora ad oggi. L’accordo collettivo nazionale per la medicina generale sancisce che il compimento dei 70 anni è l’età massima per esercitare la professione di  medico di medicina generale convenzionato e, compiendo io tra pochi giorni 70 anni, sono costretto a lasciare il mio lavoro. Per me il 31  sarà ultimo giorno lavorativo come medico di famiglia. Dopo 42 anni vado in pensione.

Quindi mi viene spontaneo chiedermi cosa ne sarà dei miei pazienti, in quanto fino a venerdì scorso non si sapeva di alcun incarico a qualche mio collega per sostituirmi:  ad una situazione già precaria di suo si aggiunge il fatto che circa 1500 miei assistiti non sapranno a chi rivolgersi , ed io stesso non sono in grado di fornire nessun tipo di informazione riguardo il loro futuro. Mi rendo conto del fatto che i medici non si possono inventare o comprare al supermercato ma con l’inserimento dei medici provvisori si tampona e rimanda un problema che è ben distante dalla soluzione. Quindi, se ai miei assistiti aggiungiamo anche quelli dei miei colleghi andati in pensione lo scorso anno, si arriva ad in totale di circa 3600 pazienti che non hanno un medico titolare cifra che rappresenta un  terzo della popolazione di Castelli Calepio. Se vi pare poco!…

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