RANICA – A breve il via al progetto “Caffè insieme” dedicato alle persone con Alzheimer e demenza per una Comunità sempre più inclusiva e conviviale

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Verrà attivato a breve il progetto “Caffè insieme”, un servizio di prossimità e di potenziamento della domiciliarità dedicato alle persone affette da Alzheimer e da demenza ed ai loro familiari:

“In Italia il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre 1 milione ( di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza – spiega la sindaca Maria Grazia Vergani – L’assistente sociale del nostro comune nel 2019 aveva incontrato i familiari di 33 persone con Alzheimer o demenza e nel 2021 sono stati 153 gli anziani presi in carico per situazioni diverse. Già sul notiziario comunale  del gennaio 2020 si preannunciava la volontà  dell’apertura di un caffè inclusivo, luogo di relazione reciproca e riconoscimento dell’altro, occasione di crescita per la comunità. A fine 2019 avevamo infatti deliberato di avviare un percorso propedeutico all’apertura  del servizio e ci si era attivati per la programmazione di un corso di formazione per volontari e famigliari”.

Purtroppo però, a causa della pandemia, non era stato possibile diventare operativi nei tempi stabiliti e solo dopo il lavoro fatto nel 2021 si è arrivati alla stipula della convenzione per la gestione condivisa del “Caffè Insieme” tra il Comune di Ranica, la Fondazione Centro Diurno Integrati S. Antonio di Ranica e la Cooperativa Generazioni Fa, che già gestisce il Centro Diurno Integrato ed il Servizio di Assistenza Domiciliare e l’Associazione Sociale Ricreativa di Ranica, affiliata all’ANCESCAO:

“Caffè insieme sarà l’occasione per cambiare il modo di prendersi cura di queste persone, mettendo al primo posto al qualità di vita e dignità della persona stessa, allo scopo di promuovere processi di sviluppo per una comunità sempre più inclusiva: si creeranno  momenti informali in cui le persone affette da demenza e Alzheimer, ed altri anziani che vivono situazioni di fragilità individuati dal Servizio Sociale, ed i loro familiari e caregivers, possano sperimentare dinamiche di socialità, condivisione, convivialità e mutualità reciproca rispetto al problema vissuto, alla presenza di personale qualificato”.

 

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