MAMME “Dopo la morte di un figlio non si vive, si sopravvive”

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Bruna e Mauro

morto in moto tre anni fa.

La parte più importante di me non c’è più.

Mi diceva, dai mamma che fumiamo una sigaretta insieme. E adesso ne accendo una

e dico, dai che la fumiamo insieme. Io e lui…”

Dina e Carlo

morto di leucemia a 17 anni.

Ogni hanno il giorno del suo compleanno

gli preparo la torta. Ho attraversato il dolore, sono diventata dolore con lui ma io lo cerco

e lo trovo”. Viaggio nel dolore di una mamma

tra reparti di ospedale, speranze e angosce

Bruna e Mauro. Mamma e figlio. Bruna quaggiù. Mauro lassù. Insieme. Prima: quando era in pancia. Dopo: quando era sulla terra. Adesso: che è in cielo. Da quel giorno, 10 maggio 2013, quando Mauro si è schiantato con la sua Yamaha nelle gallerie a Breno. Tre anni dopo. Ma per Bruna il tempo non è passato. E’ fermo ancora lì. E non si schioda. Oppure è lei che si schioda. Esce dal tempo e lo fa diventare eterno. Un viaggio di respiri e battiti di cuore. “Mauro viveva con me, vive ancora con me”, comincia Bruna. Mauro Leone, 29 anni, e sua mamma Bruna vivevano a Rogno “Quella sera – racconta Bruna – era passato a salutarmi, il giorno dopo partiva per Rimini, per la fiera del fitness, le sue due passioni erano la moto e il fitness. Erano le 8,20 e stava andando dalla sua ragazza a Cividate, tutto apposto, era una sera come tante. Una bella sera di maggio. Sino alle undici di sera…”. Quando suona il telefono: “Mi hanno chiamato i carabinieri, mi hanno detto che Mauro aveva avuto un incidente e dovevo andare a Esine”. In realtà Mauro l’incidente l’aveva avuto dieci minuti dopo aver salutato la mamma. “Quando sono arrivata a Esine, Mauro era già a Brescia, non mi avevano detto tutto e aveva già avuto l’amputazione della gamba e del braccio”. Bruna si ferma: “Lì la mia vita è crollata”. Mauro è ‘attaccato’ a una macchina. Lo resterà fino alle 6 del mattino del 10 maggio, quando i medici parlano con Bruna: “Mi hanno detto che lo tenevano attaccato alla macchina perché era la prassi ma non c’era più niente da fare e dovevano staccarlo. Ma ormai mi ero resa conto da ore della situazione. Mauro era morto”….

… “Ogni anno il 25 marzo preparo la torta preferita di Carlo e faccio festa, festeggio il suo compleanno perché lui è con me ed è felice”. Dina racconta Carlo. Suo figlio. Morto a 17 anni per leucemia. Carlo di anni a marzo ne avrebbe compiuti 34, ma per Dina è come ieri, è come oggi, è come domani, Carlo è con lei. Che mamme si resta sempre, prima, durante e dopo. Dina è di Darfo Boario Terme. Carlo è un ragazzo alto un metro e novanta, pieno di energia, frequenta l’Itis a Lovere. E la leucemia arriva addosso per caso, un macigno di quelli che ti schiacciano tutto, tranne l’anima, quella no, rimane attaccata a Carlo, ovunque sia: “Dovevo fare le analisi del sangue e così le ho fatte fare per controllo anche ai miei due figli. Non le avessi fatte mi hanno detto che Carlo sarebbe morto all’improvviso, così, e avrebbero pensato a un arresto cardiaco. E invece no”. Dina mostra la foto di Carlo, sorridente, pieno di vita: “Faceva di tutto, sciava, giocava a pallone, era pieno di amici, non aveva nessun sintomo di leucemia”….

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