I BIG DELLA LEGA CONTRO SALVINI – Il maldipancia dei leghisti: “Caro Matteo, cosa ci facciamo noi con i fasci e le svastiche?”

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LA LETTERA DEL DISSENSO – Caro Matteo, cosa ci facciamo noi con i fasci e le svastiche?

Riportiamo qui un estratto della lettera firmata anche da Cristian Invernizzi – Segretario Provinciale Bergamo 2006/2013 e 2021/2022 e deputato dal 2013 al 2022. – Daniele Belotti Segretario Provinciale dal 1995 al 1999 e dal 2013 al 2018, consigliere regionale dal 2000 al 2015, Assessore regionale dal 2010 al 2015 e parlamentare dal 2018 al 2022. – Giuseppe Donina consigliere provinciale dal 2009 al 2014, Segretario Provinciale di Valcamonica dal 2014 al 2018, Parlamentare dal 2018 al 2022 – Francesco Ghiroldi parlamentare dal 1994 al 1995, consigliere regionale dal 2018 al 2023 e sindaco per 20 anni.

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C.a. Segretario Federale Matteo Salvini

Caro Matteo, L’ approssimarsi delle elezioni europee ci impone l’obbligo di condividere con te una serie di osservazioni di interesse per il futuro del nostro amato movimento. In questi cinque anni, nonostante la storica affermazione elettorale conseguita, la Lega è stata relegata ad un ruolo di importanza residuale sia nell’assemblea parlamentare che nelle altre istituzioni europee.

Questo isolamento politico non ci ha consentito di incidere concretamente nella ricerca di soluzioni a problematiche di interesse del movimento, siano esse di natura storica o attuale.

Riteniamo importante, su tematiche come l’immigrazione, la qualità dell’alimentazione, l’agricoltura, le politiche ambientali, industriali e la sfida energetica, riuscire a dare risposte concrete ai cittadini, evitando l’appannamento dell’interesse degli iscritti e un affievolimento della loro partecipazione.

È inevitabile dunque chiedersi dove sia finito il tradizionale pragmatismo che ci ha sempre portati alla ricerca di collocazioni utili al raggiungimento degli obiettivi. Ti chiediamo inoltre dove sia finita, caro segretario, la tradizionale e giusta distanza che abbiamo sempre mantenuto da tutti gli opposti estremismi.

(la lettera completa è a pagina 5 del numero in edicola)

LO STRISCIONE SUL PRATONE DI PONTIDA: “CONGRESSO SUBITO”

Il maldipancia dei leghisti: “Non possiamo diventare la brutta copia di Fratelli d’Italia”

Luca Mariani

Ogni gruppo sociale ha un posto particolare in cui si riconosce, si sente a casa. La Kaaba di La Mecca per i musulmani. Lo stadio Maracanà per i brasiliani. O il pratone di Pontida per i leghisti. Proprio qui la notte dello scorso 5 marzo è apparso uno striscione di protesta: “Da indipendenza a sudditanza, i militanti ne hanno abbastanza. Congresso subito.”

Come contorno di queste scritte in stampato maiuscolo anche la sagoma trionfante di Alberto da Giussano su sfondo verde e una scopa dello stesso colore che rievoca le pagine difficili del Carroccio quando segretario federale divenne il fu Roberto Maroni.

Parole chiare e simboli pesanti sfoggiati in un luogo così importante per il partito guidato da Matteo Salvini, sintomatici di un malcontento profondo da parte della militanza leghista.

A vestire i panni del pompiere per evitare il diffondersi di questi focolai di protesta ci pensa il segretario provinciale del Carroccio bergamasco Fabrizio Sala: «La Lega a Bergamo è unita e compatta. È in ottima salute. C’è voglia di partecipazione e di stare insieme. Sono sicuro: quelli che hanno esposto lo striscione non sono militanti bergamaschi».

Malgrado ciò Sala riconosce che «è un grido di sofferenza del territorio e noi abbiamo il dovere di ascoltarlo e capirlo. Ma è una reazione di chi ci tiene veramente alla Lega. Il malumore è dato solo dalla mancanza di una data certa per il congresso regionale, che sicuramente arriverà dopo le elezioni europee. Noi siamo abituati agli alti e bassi. Questo è il momento di parlare meno, tirare su le maniche e lavorare pancia a terra».

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