Agosto 2020 – Casnigo – Cristian, la sua famiglia, il baghèt, l’oratorio, il paese e quel maledetto Covid… Lo zio Don Luciano: “Arrampicati lassù nel cielo…”

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Se dalla lunga ed estenuante lotta contro il Coronavirus Patrizio Moretti è uscito molto provato ma vittorioso, dopo una ‘via crucis’ durata 5 mesi, la stessa sorte non è toccata invece purtroppo al suo giovane concittadino, Cristian Persico, 34 anni, spentosi al Papa Giovanni XXIII di Bergamo nel pomeriggio del 19 agosto scorso. La tragica notizia ha suscitato un silenzio corale, spegnendo bruscamente ogni eco della festa per il ritorno a casa di Moretti, avvenuto qualche giorno prima, ed ha lasciato l’intera comunità nello sbigottimento e nel dolore perché il Persico, conosciuto e benvoluto da tutti, alla vita della comunità partecipava assiduamente, rivestendo un ruolo di spicco in diversi gruppi che la animano: quello dei ‘baghetér’, in cui era entrato seguendo le orme dello zio, Luciano Carminati, presidente del sodalizio; in quello degli appassionati di fotografia dell’associazione “Photoclub Sömeànza”; quello del CAI, che lo vedeva spesso camminare, insieme al padre Renato, sulle montagne di casa e non solo; e quello dell’Oratorio, dove non tralasciava mai di dare una mano prestando la sua opera di volontario in ogni occasione. Occupato in un’azienda elettrica di Cazzano, Cristian si era ammalato nel marzo scorso: Covid-19, come tanti altri suoi compaesani ed amici, tra cui anche il quasi coetaneo cugino di secondo grado Emiliano Perani, di 36 anni, scomparso il 19 aprile scorso. A Casnigo si respira un’atmosfera di sbigottimento, le persone in giro sono come ammutolite e tirano via in fretta, non hanno voglia di commentare. Anche lo zio Luciano è laconico: “Era un ragazzo solare che amava tanto la vita -– dice – ricoverato e sottoposto a tutte le cure del caso, era riuscito a superare la patologia specifica del Coronavirus, ma purtroppo con il passare del tempo sono intervenute numerose complicanze a carico di diversi altri organi vitali, complicanze che alla fine hanno avuto la meglio su di lui. Non mi sento di dire altro – conclude con la voce rotta dalla commozione – il dolore per la perdita di un ragazzo così giovane è troppo grande per tutti noi”. “Così giovane e anche così allegro e generoso – aggiunge sconvolta una signora – sempre pronto a rendere tutti partecipi delle sue tante passioni e a dare una mano in tutte le iniziative del paese…E poi era sposato da un anno appena, dal giugno dell’anno scorso, come non compatire quella povera ragazza ( Sara Vavassori, n. d. r. ) anche lei così giovane e già vedova…”. “Una famiglia sfortunata la sua parte – rincara un pensionato – otto anni fa era mancata improvvisamente la sua mamma l’Angioletta, ancora ‘giovane’ anche lei perché aveva 58 anni, proprio mentre alla SS. Trinità era in corso l’annuale raduno dei suonatori di baghèt …Adesso rimane solo il papà, Renato, poveretto, che al suo Cristian era legatissimo e con lui faceva tante belle escursioni sulle nostre montagne, l’ultima proprio appena una settimana prima che il figlio venisse colpito dal Coronavirus…”. Cristian era nipote di don Mario Carminati, attuale Arciprete di Seriate, che lo ha salutato con queste parole: “Va in pace dalla tua mamma, Cristian, vai dai nonni che ti volevano bene e che ora ti accoglieranno: il Risorto ti avvolga con il suo abbraccio d’amore, concedendoti in dono quella pace che ti sei meritato nella tua breve ma intensa vita, fatta di correttezza, di disponibilità per tutti, di volontariato, di fedeltà nell’amore e nell’amicizia, di serenità e di fede. Ti affido il compito, in modo tutto nuovo, di rimanere vicino alla tua carissima Sara che, da lei ricambiato, hai amato intensamente: a lei va la gratitudine di tutti noi perché in questi mesi difficili ti ha accompagnato con infinita delicatezza e grandissimo coraggio. Non mancare di ‘sostenere’ il tuo papà Renato, ora devastato dal dolore. Sono loro adesso ad aver bisogno di te. Ciao Cristian, arrampicati lassù, nel più alto dei cieli, senza paura, per gioire dentro il misterioso abbraccio dell’Amore!”. Il sacerdote ha anche ravvisato nella duplice tragedia un monito per i giovani che si sentono immuni e che si comportano incoscientemente come se il Coronavirus non potesse colpire anche loro; mentre il sindaco Enzo Poli, che nel marzo scorso vide morire 35 suoi concittadini contro i 4 dell’anno precedente, ha sottolineato come questa perdita aggiunga dolore a dolore, perché tutti erano convinti che alla fine Cristian ce l’avrebbe fatta, dal ragazzo sportivo e pieno di salute che era sempre stato. Annunciando sui social la scomparsa dell’amato nipote, lo zio Luciano ha scritto “Cristian oggi è andato in Paradiso. Grazie per aver pregato per lui insieme a noi”, ed ha messo sulle labbra di Cristian, sotto una bella foto in cui appare impegnato a dar fiato al suo inseparabile baghèt, queste parole: “La vita terrena mi ha regalato la gioia di avervi incontrato. Un giorno ci ritroveremo per un grande abbraccio, e sarà musica e festa per sempre”. Anche sulla pagina Facebook “Il Casnighese” sono comparsi numerosissimi i messaggi di cordoglio, di solidarietà e di gratitudine verso il giovane, definito ‘un punto di riferimento’ per la comunità, disponibile con tutti e sempre in prima linea nelle iniziative del paese e dell’Oratorio’. Faceva parte dei portatori della Statua della Madonna Addolorata di Borgo Santa Caterina a Bergamo dove ieri sera si sono svolte le solenni celebrazioni con il Vescovo di Bergamo Monsignor Francesco Beschi. Giovedì 20 agosto il ritorno della salma a Casnigo. Nella mattinata di sabato 22 i funerali.

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