Fabio Morzenti e gli altri componenti (Antonio Arrigoni e Giacomo Morzenti) del comitato costituito per l’occasione, forse nemmeno ci speravano. Il loro appello perché si firmasse la richiesta di essere inseriti nei progetti del FAI è andato oltre ogni più rosea previsione. Il numero minimo perché il progetto potesse anche solo essere preso in considerazione era di 1.500 firme. Ne sono state raccolte 1.764 nei termini fissati per il “censimento”. Adesso cosa succede? “Succede che le firme sono più che sufficienti perché il FAI prenda in considerazione l’ipotesi di accettare il nostro progetto. Il che avverrà a febbraio 2017. Se in quella occasione il FAI darà l’ok presenteremo il progetto di recupero della fucina nei dettagli. Lo stiamo già predisponendo, mancano i preventivi che speriamo vivamente possano essere predisposti da imprese della valle. Il fatto che il FAI accetti di valutare il progetto non equivale automaticamente a un finanziamento, in parte o in tutto, dell’opera di recupero. La decisione non verrà presa prima dell’autunno 2017. Ma il successo della raccolta firme intanto ci fa ben sperare, ed essere molto lieti del tanto affetto e collaborazione dimostrata dalle istituzioni pubbliche (Comune di Vilminore, ProLoco di Schilpario, Vilminore e Colere, Etnomuseo di Schilpario, Istituto Comprensivo di Vilminore, C.A.I. Valle di Scalve) e da residenti e turisti della Valle di Scalve”…
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