SPOON RIVER DI SOLTO COLLINA – FONTENO – Giuseppe: “Non avevo nemmeno 40 anni…”, Giovanni: “Ho fatto il sindaco e la guerra…” Sofia: “Qui in paese mi conoscevano tutti…avevo la bottega…”, Isabel: “Me ne sono andata troppo presto vero?” Amerigo: “Se in paese chiedi di Ol Merigo ti portano da me…”

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Questo sabato pomeriggio non somiglia per nulla a una giornata di pieno autunno qui a Fonteno, ad un passo dal Paradiso. Il cielo è limpido, un lieve venticello muove le foglie ancora attaccate ai rami, i cipressi sono ordinati, il sole tiepido si specchia in un lago calmo. E attorno il silenzio. Il cancello si spalanca su un mondo di anime che custodiscono storie, emozioni, ricordi che profumano di infinito. Là fuori il mondo è di corsa, qui si respira la serenità di un tempo che si è fermato, per qualcuno troppo presto. La maggior parte delle fotografie sono in bianco e nero e contrastano con i colori vivaci dei fiori posati sulle loro tombe.

Quella di Giuseppe Gabanelli è lassù, in alto, se n’è andato pochi giorni prima di Natale, il 18 dicembre: “Non avevo nemmeno 40 anni quando sono arrivato, sono nato il 2 settembre del 1965 e facevo il muratore ma poi mi sono ammalato e ho raggiunto mio fratello, anche lui è volato in cielo presto, troppo presto e pensa i nostri genitori…”.

Percorro il viale principale, l’unico rumore è quello dei sassi che si muovono sotto ai miei piedi, in silenzio sul fondo del cimitero una signora tiene l’annaffiatoio nella mano destra. Giovanni Cadei, classe 1911, sguardo serio e camicia in flanella, a Fonteno è stato un’istituzione, nel vero senso della parola: “Ho fatto il sindaco per una decina di anni e ho fatto anche la Guerra, ma di questo non mi va di parlare. Nella vita facevo l’operaio in una fabbrica vicino alla Lucchini. E quando sono andato in pensione sai cosa ho fatto? Mi sono dedicato all’agricoltura, dopo una vita passata al chiuso, non c’era niente di meglio che godersi la natura. Avevo compiuto 91 anni in estate e il 3 novembre me ne sono andato”.

Ad interrompere il silenzio ci pensano gli asini che pascolano nel prato dietro il cimitero: “Li senti?”, dice Paolo Gabanelli, “io ho fatto il muratore, ma quando sono andato in pensione mi sono dedicato all’agricoltura, alle bestie e ai formaggi e ho vissuto in campagna finchè il mio fisico me l’ha permesso… poi ho dovuto lasciare”.

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