PIARIO – Un clochard muore all’ospedale ma non c’è cella frigorifera. Una ditta funebre offre la sepoltura gratuita ma intanto il corpo…

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Una storia dolorosa che ha dell’incredibile, tanto più quando si pensi che è avvenuta nella Lombardia della cosiddetta ‘eccellenza’. Ce la racconta il sindaco Pietro Visini, con parole che oscillano tra la pietà e l’indignazione:

“E’ una storia che inizia una quarantina di giorni fa, quando al nostro ospedale viene inviato un signore che viveva in città da clochard. Il poveretto, malato, ‘rifiutato’ dalle autorità di Bergamo perché da dieci anni non era più in carico ai Servizi Sociali della città, era stato spedito all’ospedale di Seriate e poi da Seriate a Piario, con la motivazione che presso il nostro nosocomio c’erano posti liberi. I medici hanno fatto quel che potevano, ma dopo pochi giorni purtroppo il clochard è morto, e si presentava il problema di dargli sepoltura. Le autorità competenti ci consigliavano di tenerlo in una cella frigorifera finché fosse concluso l’iter burocratico necessario in questi casi, ma è toccato al Comune cercare di rintracciare la moglie, l’unica parente, dalla quale peraltro era separato da 30 anni, per avere il permesso di procedere alla sepoltura stessa. Ma l’ospedale di Piario non ha celle congelatorie per cui, quando è finalmente stato possibile seppellire il cadavere dietro consenso della moglie, ci siamo trovati di fronte ad una salma in pessime condizioni di conservazione”.

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