LOVERE – Il pagellone dei protagonisti

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Alex Pennacchio  8

Va all’incasso di una vittoria per niente scontata, quando si raccoglie il testimone di un sindaco uscente non è mai facile ripartire, il rischio ‘ciclo chiuso’ è sempre dietro l’angolo. Pennacchio lascia perdere i partiti (lui leghista della prima ora), e punta molto su quanto fatto in questi dieci anni da L’Ago di Lovere. E alla fine ha ragione lui

Giovanni Guizzetti 9

Alla prova del… 9 ne esce alla grande, incassa una pioggia di preferenze e si conferma l’uomo forte de L’Ago, le defezioni degli ultimi mesi del suo mandato, da Roberto Zanella a Trento Ventura Bianchi non lo hanno scalfito, anzi, esce più forte di prima, entra in lista, è il più preferenziato insieme a Sara Raponi e si prepara ad altri 5 anni in prima fila.

Sara Raponi 8

Entra senza troppi clamori e incassa il massimo. Convince un po’ tutti, sfrutta appieno la sua esperienza commerciale e la sua voglia di fare. Tante idee che adesso vanno al servizio del paese. La nuova lady di ferro della politica loverese

Graziano Martinelli 5.5

Tenta di ripartire con una squadra completamente nuova ma paga l’assenza completa della minoranza per cinque anni e così ripartire da zero è davvero difficile. Soprattutto in un paese politicizzato come Lovere dove non ci si inventa niente. Ha fatto quello che ha potuto e anche di più, unico neo, ha dichiarato di non voler ricandidare gente che fosse riconoscibile nei partiti e col passato ma è chiaro che i pur ottimi Marco Bonomelli e Plinio Mella sono chiaramente riconducibili al PD, che non è sicuramente una colpa ma forse era meglio non dirlo.

Marco Bonomelli 7,5

Comunque vada e qualsiasi elezioni affronti lui, anche se ancora in giovane età, ne esce sempre alla grande, e anche questa volta fa il pieno di voti. Se il PD vuole ripartire deve avere il coraggio di farlo attorno a un giovane che ci è e ci fa.

Forza Italia 4

Non si è capito nulla. Sarà il cognome… uguale, Corrado Danesi o Fabio Danesi, saranno stati gli ex assessori fuoriusciti, in ogni caso il caos è totale e il risultato è stato disastroso, nessuna lista, nessun appoggio ufficiale, nessun simbolo.

Pd 5

D’accordo che la lista di Graziano Martinelli era ufficialmente civica ma in ogni caso era comunque una costola di una parte del PD, e il PD proprio in uno dei paesi dove ha costruito la sua fortuna ne esce con le ossa rotte. Anche qui vale lo stesso discorso di Graziano Martinelli ma con l’aggravante che cinque anni di oblio in minoranza sono una grossa responsabilità e qualcuno deve cominciare a fare il mea culpa.

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