Durante il mese di giugno si è creata una situazione emergenziale sul lago di Endine, causata da una crescita eccessiva di macrofite acquatiche invasive. I Comuni della zona e l’Autorità di bacino lacuale hanno presentato alla Regione la necessità di intervenire in modo più strutturato per contenere la diffusione di piante acquatiche e l’impatto negativo sullecosistema e sugli usi delle acque.
La Regione Lombardia, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima Giorgio Maione, ha approvato in giunta un accordo di collaborazione che prevede un investimento da 150 mila euro con la finalità di effettuare azioni di pulizia delle acque e di contenimento dello sviluppo di macrofite aquatiche per la tutela della biodiversità del lago di Endine.
“Grazie al Piano Lombardia voluto dal presidente Fontana abbiamo sperimentato negli ultimi due anni diverse tipologie di azioni di contenimento della pianta
acquatica invasiva di questo lago. – ha dichiarato l’assessore Maione – Ora vogliamo passare alla fase due, con un progetto strutturato e duraturo. In questi mesi a parziale risoluzione del problema è intervenuta l’Autorità di bacino lacuale dei laghi d’Iseo Endine e Moro, ma ora dobbiamo alzare tutti il livello degli interventi per limitare gli effetti negativi della proliferazione di macrofite acquatiche.
“È un modello che ha già funzionato per il lago d’seo. Con l’Autorità di bacino e il presidente Rinaldi c’è una convergenza di interessi e una collaborazione stretta” ha
aggiunto assessore.
Laccordo prevede che sia la Regione Lombardia a coordinare le attività e gli interventi proposti e attuati di gestione delle macrofite, al fine di individuare le migliori pratiche da applicare anche in altri contesti lacustri. Gli interventi saranno invece eseguiti dall’Autorità di bacino.
L’attività di sfalcio sarà eseguita nel corso della stagione 2023-2024, previa autorizzazione della Provincia di Bergamo e in raccordo con ARPA Lombardia, sulla base di un piano di gestione delle macrofite che dovrà essere redatto dallAutorità di bacino e dovrà riportare l’indicazione delle zone, delle tempistiche e delle modalità per contenere lo sviluppo delle popolazioni di piante acquatiche, con l’obiettivo di portare ad un miglioramento complessivo dell’ecosistema lacustre.
“La presenza di massa vegetale è una criticità per la fruizione turistica, per la salvaguardia dell’ambiente e per lo sviluppo socioeconomico delle aree dei laghi. E necessario, dunque, un intervento concreto per arginare il problema, conclude Maione.
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