CLUSONE – Cinzia, architetta, 4 figli: “Avere più figli, di età diversa, ci aiuta a gestire più livelli, ad avere una mente sveglia ed elastica” “Siamo abituati a passare dalle richieste di uscire del figlio di 18 anni a quelle di vedere un cartone animato del figlio di 8”

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Donna e mamma. Quattro figli e un uragano di vita. Cinzia è una tipa tosta. Un cuore grande. Una carica di energia. Cinzia vive la festa della mamma elevata per quattro. Che non è questione di potenze ma di amore. E nell’aritmetica del cuore i conti non tornano mai. Quattro figli. Due femmine e due maschi. Una famiglia che è la realizzazione del sogno di lei e di Stefano, suo marito.

Gemma, Alba, Massimo e Pietro. Che hanno rispettivamente 18, 16, 13 e 8 anni. Papà Stefano che è impiegato in un’azienda nelle zone di Bergamo e mamma Cinzia che fa l’architetta. E guai a dirlo con la ‘o’ finale. “Essere madre mi ha insegnato a riscoprirmi come donna, non solo come mamma, ma proprio come donna – inizia a raccontare Cinzia, con il suo sguardo determinato -. Spesso le due cose sembrano inconciliabili o sono pensate come alternative: se sei laureato e lavori, investi tempo ed energie prima nel lavoro, poi pensi alla famiglia. Rispetto ad altri, io ho potuto realizzarmi sia in ambito lavorativo sia nella costruzione di una famiglia”.

Lavoro a tempo pieno per Stefano, solo part-time per Cinzia. “Le esigenze famigliari impongono delle scelte di priorità rispetto alla gestione della famiglia. Io sono una libero professionista, l’attività mi consente di gestire i tempi legati alla famiglia.

Una laurea in architettura conseguita quasi 30 anni fa. Nello stesso periodo in cui si è anche sposata, dopo circa 4 anni da quando aveva conosciuto Stefano. “Pensando alla mia esperienza, consiglierei anche ad altri di fare una valutazione delle proprie priorità. Nella vita le scegli in base a quello che vuoi costruire. Poi la vita ti propone cose che mai avresti immaginato, quello che fai ti apre strade non immaginate. Io mi sono sposata qualche mese prima di laurearmi: quell’intesa che io e Stefano avevamo 30 anni fa l’abbiamo condivisa in tutte le scelte fatte. Anche per quanto riguarda il lavoro, abbiamo sempre fatto scelte condivise con mio marito. È chiaro che uno dei due magari rinuncia a qualcosa per costruire una famiglia, ma per noi avere dei figli non è stata una rinuncia ma una precisa scelta, ci sarebbe piaciuto avere più figli, li abbiamo cercati e voluti”….

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