#arapoetry: pezzi di arte, puzzle di meraviglia, incastri di sogni

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21 marzo, compleanno di Alda Merini e giornata mondiale della poesia. Un anno particolare questo per la poesia e la letteratura, ricorre il quindicesimo anniversario della morte di Alda Merini, il quindicesimo anniversario della morte di Nanda Pivano (la più grande traduttrice italiana, per intenderci Nanda ci ha permesso di conoscere autori del calibro di Jack Kerouac e Ernest Hemingway e tutta la Beat Generation e i più grandi cantautori), ricorre il 25 anniversario della morte di Fabrizio de Andrè (amicissimo di Nanda) e il cinquantacinquesimo anniversario della morte di Jack Kerouac. Insomma tutti legati da un filo conduttore di arte, poesia e letteratura. Quell’arte, poesia e letteratura che vogliamo riproporre affiancandola ai nostri artisti e poeti locali, in attesa di vederli spiccare il volo verso orizzonti senza confini. Da questo numero partiamo con una pagina #arapoetry aperta a tutti quelli che vogliono proporre poesie, racconti, disegni, insomma tutto ciò che si produce dal cuore e dall’anima.

Il fratello Ezio: “La statua di Alda, il faticoso travaglio scambiato per lucida follia…”

Nei giorni scorsi è andato in onda su Rai 1 “Folle d’amore”, il film dedicato alla vita di Alda Merini, a interpretare la poetessa, Rosa Diletta Rossi per gli anni di giovinezza e Laura Morante per la maturità, un film che come tutto ciò che riguarda Alda ha fatto discutere. E noi qui di discutere non ne abbiamo voglia. Ma andiamo direttamente alla fonte di Alda, quella che è rimasta qui sulla terra di fonte, il fratello Ezio, che con Araberara ha un lungo rapporto di amicizia e collaborazione, che per questo primo numero ci regala qualche chicca: “Fra poche settimane – racconta Ezio – verrà posizionata una statua di Alda, opera dello scultore Giovanni Battista Mondini in Via Magolfa, a Milano, dove c’è la Casa Museo di Alda, Casa Museo voluta dall’allora sindaca Letizia Moratti. E io ho ipotizzato che quel giorno lei scenda dalla camera da letto verso il giardinetto che c’è poco sotto e io sono, lì, ad attenderla, con queste parole: ‘Ti abbiamo attesa quel pomeriggio, di maggio, sei apparsa là in fondo dal buio, tra una folla di gente festante sembravi avvolta da una coltre soprannaturale, che ti sospingeva fuori tra fiori di primavera…

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