PIANICO – Battista, 85 anni, atalantino da 60: “Andavo in collegio e vedevo i giocatori prendere il filobus. E quando le partite si guardavano a bordo campo…”

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Andrea Sigorini

Ci sono passioni che ti entrano nel cuore e lì ci restano per sempre. Come l’Atalanta, che per Battista Lumina, per tutti semplicemente Tito, classe 1937 di Pianico, è un amore senza confini che porta dentro da parecchio. Una passione lunga 60 anni che lui continua a coltivare giorno dopo giorno insieme all’Atalanta Club dott. Valter Polini.

“Sono andato a Bergamo a studiare alle Superiori, ero in collegio ed è lì che è nata la mia passione per l’Atalanta – inizia a raccontare tutto d’un fiato -. I giocatori a quei tempi non potevano guidare la macchina e quindi aspettavano il filobus in Porta Nuova, proprio davanti al mio collegio. Spesso venivano a parlare con il direttore e si facevano consigliare finanziariamente e ho conosciuto giocatori come Angeleri, Cometti e Bassetto, poi c’era il portiere Albani, il vice era Stefani, il terzino Cattozzo e Bernasconi. E poi chi dimentica il ‘trio primavera’, erano giovani, giocavano nazionale Zanier, Rota, Corsini”.

A Battista brillano gli occhi mentre continua a raccontare: “Erano gli anni Cinquanta, mi ero appassionato, anche se poi quando sono tornato a casa ho iniziato a seguire il calcio provinciale visto che ero con la Stratos (la squadra di Pianico, ndr) e quindi seguivo i risultati ma niente di più. Poi quando è arrivato Percassi è tornato anche l’amore per l’Atalanta”.

I ricordi tornano poi alle partite, all’emozione che si viveva dentro lo stadio: “Ci sono due partite che non scorderò mai e che penso che non potranno più ripetersi. Una di queste era in casa contro il Bologna, c’era talmente tanta gente che hanno chiesto all’arbitro di far entrare il pubblico anche a bordo campo… c’era solo lo spazio per far battere le rimesse laterali”.

Poi Battista riavvolge il nastro, alla mente tornano i ricordi del collegio: “Dal ’53 al ’58 sono rimasto a Bergamo e nel fine settimana il direttore ci lasciava scegliere se andare al cinema, e potevamo scegliere tra tre film, oppure andare a vedere l’Atalanta. Io non avevo dubbi, volevo andare all’Atalanta e facevo l’assistente, che aveva sempre diritto al biglietto gratis. Andavo a comprare i biglietti e poi li distribuivo a tutti”.

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