Il mappamondo non ha confini

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    Gomitoli. Raggomitoli. Fili. Filati. Filari. Filande. Filotto. Non lo so. Vai avanti tu. Io mi sono persa un attimo. O forse due. Comincia a fare un po’ freddo fuori. Il tempo scende lento. Anche la luce sembra un po’ stanca. Cerco guscio a casa.

    Quando l’uno all’altro siamo patria. Che sembra così importante essere patria. Per chi poi non lo so. Perché sembra che qui possano entrare solo quelli con il dna di un certo tipo, ma ho provato a dare un occhio ai libri di scuola di Mattia, ma il cuore sembra fatto in modo diverso, pompa battiti e anche amore in uguale misura, in uguali popoli.

    E questa storia dei confini non la digerisce più nemmeno il mappamondo che gira e rigira per confonderci e metterci tranquilli. Senza spiegare nulla alle idee. Solo le idee che spiegano il vento ma non lo piegano.

    Cerco persone che diventino barattolo delle vitamine. Guarda il sole quando scende, ed accende d’oro e porpora il mare, lo splendore ce lo abbiamo addosso, non svanisce mai, perché sappiamo che può ritornare il sole. E se passa il temporale siamo giunchi ed il vento ci piega ancor più forti noi delle querce e poi anche il male non può farci del male. Sarebbe bello. Io ci credo sempre. Anche quando non è così.

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