benedetta gente

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    Tra i rimpianti che si accumulano con l’età ci tocca aggiungere anche quello del “non ci sono più i politici di una volta” che la compagna di alcune battaglie politiche d’antan mi propina a commento della settimana che non è stata santa, nemmeno di passione, semmai solo di delusione. Della serie “non ci sono più le stagioni di una volta”. Non serve ricordare le lunghe, estenuanti votazioni analoghe del secolo scorso per eleggere i Presidenti. Adesso si va di fretta. “Sono tutti ladri e questa non sarebbe nemmeno una novità, è che sono anche degli incapaci”. E allora mi viene in mente lo scambio di battute tra Benito Mussolini e il vecchio Giovanni Giolitti che gli rimproverava il fatto che i suoi gerarchi rubavano a man bassa. Mussolini gli rispose: “Onorevole Giolitti, anche i suoi mangiavano”. E Giolitti lo fulminò: “Certo, ma almeno sapevano stare a tavola”.

    Lo sconforto non è che ci si scontri quando ci sono idee e progetti antitetici, almeno si capisce la differenza, ma che ci si scontri sul nulla, il centrosinistra non aveva un nome (forse mi è sfuggito) e nemmeno un progetto (forse anche qui ho perso il segno), il centrodestra ha lasciato carta bianca a Salvini che ne ha fatti troppi (di nomi) e alcuni perfino imbarazzanti, dovendo chiedere poi i voti agli avversari. E alla fine “tanto rumore per nulla”.

    I giornalisti fanno il loro mestiere, capaci di ricordarti quello che avevi detto sette anni fa ma più carogne nel ricordati quello che avevi annunciato trionfante la sera prima, ti cacciano il microfono sotto il naso e poi mandano in onda, “abbiamo il nome”, ah, finalmente, “sarà una donna, ma in gamba” (e dunque quella che aveva appena fatto bruciare sul rogo delle vanità implicitamente non lo era, in gamba) e allora… cherchez la femme. Macché. Altri nomi, altri veti e alla fine tutti a Canossa che adesso mi tocca ammettere che in fondo il “moriremo democristiani” non era poi una gran minaccia, i democristiani di una volta era di altra levatura politica, sapevano stare a tavola, come del resto quelli di tutti gli altri partiti e ad esempio tra Almirante e la Meloni non c’è solo una differenza di genere.

    “Non vi passi per la testa che si celebri…” il populismo, quello che ha portato in Parlamento una marea di moralisti incapaci, restando del parere che gli incapaci fanno più danno di gente capace sia pure (moderatamente) corrotta. Il populismo è vivo, eccome, al punto che abbiamo a capo del governo un banchiere, la controfigura edulcorata e accettabile dell’uomo solo al comando.

    Abbiamo un anno di respiro assistito prima di avere un parlamento dimezzato dall’ondata populista. Eleggeremo chi ha i soldi (per fare propaganda), chi è capace ma non ha soldi da buttare nemmeno si farà vedere e con gli epuloni al comando al diavolo le nostre bollette triplicate, la benzina alla stelle, lasciando sullo sfondo i venti di guerra che poi sono appunto la causa di quei rincari che per moltissime famiglie sono una mazzata che lascia tramortiti sulla soglia della povertà e per alcuni della miseria.

    Ma avremo grandi investimenti in opere pubbliche (anche inutili) con i soldi che arrivano dall’Europa.

    Poi entro in tabaccheria e c’è una signora che chiede aiuto per compilare una domanda per avere un sussidio, un aiuto dal Comune, non ce la fa ad arrivare alla fine del mese. No, non gliene può fregare meno di chi è stato eletto, chi ha vinto e chi ha perso a Roma. “Signora, questo non è un ufficio comunale…”. Ma poi il tabaccaio la aiuta, quanti figli ha? Due, lavorano?, no, lei lavora? No, allora facciamo una crocetta su “casalinga”, il marito? La donna è imbarazzata, fingo di dover scegliere la busta del tabacco da pipa e mi allontano. Non sento la risposta ma il tabaccaio è gentilissimo, le fa la crocetta su dove deve firmare e perfino la fotocopia gratis. Poi mi dice, “dovrei scrivere un articolo sul tuo giornale sulla gente che viene a chiedermi di aiutarla”.

    Ma vuoi mettere, è cominciato il festival di Sanremo, del vecchio “panem et circenses” è restato solo il circenses. La Regina di Francia Maria Antonietta, a chi le faceva presente che il popolo non aveva più pane avrebbe risposto (ma forse è una leggenda): “dategli delle brioches”. Poco dopo scoppiò la rivoluzione francese.

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