benedetta gente

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    Siamo andati nei giorni scorsi “nelle sere di novembre, / a spiar delle stelle al fioco lume, / la morte e il vento, in mezzo ai camposanti, / muover le tombe e metterle vicine / come fossero tessere giganti / di un domino che non avrà mai fine” (De André).

    Già, “non finirà mai”, dice la donna in bottega, tanto per sollevare gli animi verso il futuro. Si riferisce al Covid, ovvio. Gli archivi della memoria intanto li abbiamo riempiti di fiori, troppo spesso omaggi di circostanza. Fa effetto girare nei cimiteri, sulle lapidi appena datate c’è la dedica ripetuta de “i tuoi cari”, qualche “non ti dimenticheremo”, dei generici “requiem” o “riposa in pace”. Trovi lapidi e tombe solitarie con i nomi di chi pure ha fatto un pezzo di storia del paese, già dimenticato, non c’è nemmeno un fiore, figurarsi se ci sono lacrime, “quando si muore si muore soli”, ma non si pensava fino a questo punto, che si azzerasse la memoria e la morte la si vivesse con fastidio.

    Siamo incattiviti, lo si constata anche nelle discussioni, se osi contraddire non stanno nemmeno a sentire, ti tacciano di complice di quel complotto mondiale di cui vanno sicuri e menano vanto di conoscenze esclusive e fa niente se gratta gratta non hanno nemmeno quelle di base, di conoscenze, sposano quelli che urlano di più, il silenzio li mette a disagio.

    E c’è quel tizio in Tv, che ha diretto perfino canali Rai, che non si rassegna a uscire di scena e si permette di fare battute sui camion dei morti di Bergamo. Per stare in scena oggi bisogna gridare frasi sconnesse, non si tollera di essere nel coro, bisogna avere parti da solista, come del resto è in ogni altro settore, sia sociale che economico, “mi si nota solo se alzo la voce” e ci sono programmi ad hoc in cui giornalisti bolliti alimentano la rissa e la frase ad effetto, altrimenti non gli pagano la diaria e vivono così una seconda giovinezza mediatica rovinando spesso la prima.

    Non solo la politica che da avanguardia si fa retroguardia, dal condurre si fa condurre (dai sondaggi), il giornalismo si è adeguato ai social, in fondo è tutto mercato, pecunia non olet.

    Infatti il Governo monetizza l’impegno civico aumentando (e di molto) le indennità dei sindaci, è la risposta monetaria al disimpegno e all’individualismo, ognuno ha il suo prezzo. Fa niente se non conoscono i fondamentali (della democrazia). E’ come se uno scendesse in campo e violando tutte le regole del gioco, quando l’arbitro lo espellesse, gridasse al complotto planetario e alla violazione della libertà individuale di dare calci negli stinchi agli avversari.

    E’ un mondo che si è rassegnato alla mediocrità. Nella quale si trovano a meraviglia i mediocri.

    A voler girare nei camposanti troveremmo le facce severe di chi ha vissuto nelle regole, “galantuomini”, li si chiamava. Il vocabolo è caduto in un disuso tombale. Senza fiori.

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