DARFO – FONTENO – Tebaldo: “L’incidente mi ha cambiato la vita, sono sulla sedia a rotelle e ho due sogni, tornare a casa in Calabria e allo stadio a tifare Atalanta”

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Nel 2023 la Cooperativa Azzurra di Darfo Boario Terme compie 40 anni. Per l’occasione siamo stati nella sede di via Mazzini, a Montecchio, per raccontare la cooperativa da chi la vive quotidianamente. Vi lasciamo uno stralcio dell’intervista che abbiamo fatto a Tebaldo.

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Al di là della porta si spalanca il mondo della Cooperativa Azzurra. Al piano terra della struttura, dentro il grande salone, alcuni dei ragazzi sono davanti ad un dolce. È una giornata speciale, si festeggia un compleanno. C’è chi, come Silvano, è seduto davanti ad un computer, chi invece, come Tebaldo, sta gustando il suo tiramisù, “lo finisco e vi raggiungo di sopra”. È proprio Silvano a fare il padrone di casa e ad accompagnarci, insieme a Eugenia, la direttrice, al piano superiore. Lasciamo alle spalle il primo ufficio che incontriamo e ci accomodiamo in una stanza accanto, dove un quadro appeso alla parete lascia intendere che siamo proprio nel cuore di ‘Radio Azzurra’, uno dei progetti che coinvolgeva i ragazzi che trascorrono qui le loro giornate e che ora si è trasformato in un tg.

Tebaldo di cognome fa Cozza, 53 anni da compiere il 22 maggio, “sì, ma adesso ne ho 52”, ci dice mentre raggiunge il tavolo con la sua sedia a rotelle. Le origini calabresi ce le racconta il suo accento del Sud.

La mia è una lunga storia – dice -, sono nato a Breno, mia mamma era di Fonteno, sul Lago d’Iseo, e mio papà era calabrese, di Rogliano, poco distante da Cosenza. Quando la mamma è morta sono andato a vivere insieme a mio papà in Calabria, dove abbiamo costruito una casa, poi è morto il papà e siccome non mi piaceva stare giù, ho deciso di tornare a Fonteno dai miei parenti e adesso da qualche anno vivo in Cooperativa Azzurra, nella sede di via Quarteroni a Darfo”.

Quando gli chiediamo se gli manca la sua terra, non esita a rispondere: “Sì, ma preferisco stare qui, perché mi piace il lago e c’è più da fare… c’è movimento, mentre in Calabria non c’è nemmeno tanto lavoro”.

La tua vita in cooperativa? “Al mattino mi sveglio presto e faccio colazione, poi aspetto che vengano a prendermi con il pullmino e vengo qui fino alle 16 e poi Nicoletta ci dà dei compiti da fare. Mi piace leggere, non tanto i libri quanto i giornali, così sono informato su quello che succede nei nostri paesi”.

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