PREDORE – Michele, 85 anni, che dalla sedia a rotelle aiuta i suoi ‘compagni’ a Villa Serena: “Il limoncello mi ha rovinato. A casa avevo 1101 libri e a casa vorrei tornare”

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Luca Mariani

«Chi è causa del suo mal pianga se stesso». Lo sa bene Michele Zanchi ospite di Villa Serena, la Residenza Sanitaria Assistenziale di Predore che spiega il perché oggi si trova lì seduto su una sedia a rotelle. «Era il dicembre 2020. A me il limoncello è sempre piaciuto molto, però quella volta ho esagerato. Nel giro di tre giorni ho bevuto tre quarti della bottiglia. La glicemia è andata alle stelle e mi ha bloccato le gambe. È successo di notte. Mi sono alzato per andare in bagno, ma sono caduto. Non me ne sono accorto. La mattina quando mia figlia è entrata in casa per salutarmi mi ha trovato sdraiato a terra. Non riuscivo ad alzarmi e non mi ricordavo come fossi finito lì. Perciò mi hanno portato in ospedale e poi sono arrivato qui Predore».

Michele ha 85 anni, anche se l’aspetto, la lingua e lo spirito sembrano molto più giovani. I capelli sono grigi, tagliati corti e contrastano con la barba lunga, non più scura come nella foto della patente «che ho ancora, anche se non guido più da tre anni», ma con alcune sfumature bianche. «Oggi riesco anche a camminare, seppur sostenuto e un pochino attaccato. Mi alzo da solo e sono abbastanza indipendente. Da quattro iniezioni di insulina ora ne faccio solo una al giorno. Qui mi tengono a regime e fanno bene. Le persone che lavorano qui sono veramente eccezionali, lo si vede subito».

Nonostante sia sempre seduto sulla sua sedia a rotelle in tessuto nero con i tubolari color metallo, Michele non stai mai fermo. «Ringraziando Dio sono ancora attivo, perché sono sempre stato molto sportivo: ho giocato a calcio, ma la mia più grande passione è la pallavolo. Ero arbitro nazionale e ho diretto in serie A. Inoltre ho allenato la squadra sia maschile che femminile di Curno. Con entrambe siamo arrivati in serie C. Secondo me il movimento è importantissimo, il fisico ne ha bisogno e tiene libera la mente. Grazie a tutto questo sono ancora sveglio e così, io che ho la possibilità, aiuto gli altri anziani che non sono autosufficienti. Lo faccio molto volentieri e perché mi va».

Infatti sulla pagina facebook della Villa Serena di Predore sono molte le foto che ritraggono il signor Zanchi mentre imbocca altri ospiti o quando distribuisce uno ad uno il buongiorno a tutte le signore accomodate nella stanza rosa. L’aiuto di Michele alle infermiere non si limita a questo: «tutti i proverbi che vengono scritti sulla lavagna della sala sono dettati da me. Sono sempre io che preparo i cruciverba. Quando ero a casa ne avevo scritti più di quattrocento. Adesso ogni settimana ne preparo uno, così il lunedì mattina si gioca tutti insieme. Inoltre, ogni volta che organizziamo un’iniziativa o una gita io sono incaricato di scrivere il diario della giornata. Nei prossimi giorni dovrò raccontare della festa di carnevale che abbiamo fatto qui. Il tema era Biancaneve e i sette nani. Io ero vestito da cacciatore. Mi sono divertito un mondo. Anche se ero in sedia a rotelle ho ballato e ho fatto il trenino».

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