Voler stare e cadere

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    Certo che fa male, quando i boccioli si rompono. Perché dovrebbe altrimenti esitare la primavera? E perché esito io quando devo cambiare tutto? E perché fa un male boia quando un bimbo decide di uscire dalla pancia? Non si resta dentro un involucro d’inverno per sempre. Non sono fatta per il gelido pallore. Certo che fa male, quando i boccioli si rompono, male a ciò che cresce, male a ciò che racchiude. Certo che è difficile quando le gocce cadono. Tremano d’inquietudine pesanti, stanno sospese, si aggrappano al piccolo ramo si gonfiano, scivolano, il peso le trascina e provano ad aggrapparsi. Difficile voler stare e volere cadere.

    E poi quando non c’è più niente che aiuta, non c’è dove aggrapparsi, quando penso di non avere appigli né dentro, né fuori, tutto si rompe e poi boh, i boccioli all’improvviso esultano sull’albero, vengono di meraviglia, non hanno più timore, niente li trattiene. Come le gocce che cadono scintillando dal piccolo ramo, dimenticano la vecchia paura del nuovo, dimenticano l’apprensione del viaggio. In un attimo si ritrovano davvero vive, davvero vivi. Forse basta avere fiducia nel mondo. Forse.

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