Quando ero bimba

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    Quando ero bimba questo era il periodo più bello dell’anno. E la cartella era sempre più leggera, con sempre meno libri e io con le magliette colorate che sbattevo la testa contro il sole. Quando ero bimba e il profumo di fine scuola era dietro l’angolo mi bastava pensare di poter correre al Santuario per tentare di costruire la diga nel ruscello che mi sembrava più grande di quella del Vajont.

    Quando ero bimba in questo periodo riuscivo a immaginare che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente, e questa pozza che sto guardando ora il mare. Perché al mare non ci andavo. Ma non me ne importava niente. Ci pensava il mio essere bimba per dipingermi il mondo e immaginarmi quello che volevo.

    Quando ero bimba non sapevo di essere bimba, per me tutti avevano un’anima pulita come il bucato della mia mamma che si incazzava perché ci finiva addosso il pallone che lanciavo a caso e le lenzuola avevano sempre grandi macchie circolari.

    Quando ero bimba non avevo abitudini e sedevo a gambe incrociate nel prato e guardavo tutto questo grande cielo che si faceva blu anche di sera e il sole non tramontava mai e io mi incantavo e mi sembrava ogni sera un miracolo.

    Quando ero bimba non mi facevo nessuna domanda, lasciavo che le cose accadessero e lo stupore rispondeva per me. Quando ero bimba non era ancora cominciato il tempo e non finiva lo spazio, la vita era semplicemente sotto il soffitto del cielo e il male sembrava una cosa che leggevi solo sulle fiabe ma poi alla fine vinceva sempre quello buono.

    Quando ero bimba per nutrirmi mi bastava pane e nutella e le ciliegie fresche raccolte dai rami che cadevo ogni volta che tentavo di salire più in alto.

    E ora non so. Ogni volta che torna questo periodo e passo in auto e vedo i bimbi camminare verso gli ultimi giorni di scuola ripenso alle noci fresche che mi raspavano la lingua, ed è ancora così. Ripenso ad ogni monte che mi fa sentire nostalgia di una montagna ancora più alta. Ripenso ad ogni città e sento nostalgia di una città ancora più grande.

    E quando ero bimba mi bastava tutto. E ora non mi basta niente. E non so perché. Quando ero bimba però avevo timore davanti ad ogni estraneo. E un po’ continuo ad averne. Quando ero bimba aspettavo la prima neve, e un po’ continuo ad aspettarla. Quando ero bimba lanciavo i sassi piatti nell’acqua per vederli disegnare cerchi di meraviglia, e un po’ continuo anche ora. Ma manca quella cartella quasi vuota. Da riempire solo di sogni estivi. E non di parole. Come invece faccio ora.

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