Il ballo del vento

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    Appoggio i piedi dentro cubetti di vento tiepido che al mattino si sciolgono in venti freschi e io corro per cercare di scaldarmi, di scaldare il cuore, di scaldare le parole, di scaldare la giornata, di scaldare i sogni. Quelli però non li tengo troppo al caldo, che poi da sogni diventano segni. Quei segni che mi indicano dove andare ma finisce che non ci vado mai.

    Invece il vento è diverso, vuoi mettere il vento, che a novembre poi mentre tutti restiamo soli, in attesa di dicembre che in qualche modo ci colora la vita, a novembre lui resta finalmente solo senza noi e si porta a ballare le foglie. Le stacca, le veste e le fa ballare, dentro strade finalmente vuote, dentro cieli finalmente liberi, dentro paesaggi finalmente nudi.

    Anche io a novembre mi sento libera, è il mese dove puoi crearti quello che ti pare, ci sono poche feste, poco sole, poca luce ma resta tanto, tanto vento. Quando fuggo nel mio guscio al Santuario me lo porto sempre con me e lo osservo. Perché si può anche osservarlo il vento. Il vento ha bisogno degli ostacoli che si trova davanti. Perché altrimenti non sarebbe vento, lo diventa infilandosi dentro tutte le resistenze che attraversa. Gli alberi gli fanno da schermo e lui gli soffia le foglie e se le porta a fare l’amore in un bordello di cielo. Se non si opponesse alle vele spiegate sul mare le navi resterebbero ferme, immobili, tra cielo e terra, senza senso, senza direzione. Se non si infilasse nei campi di grano le spighe resterebbero lì impalate e dritte come un soldatino di piombo. Se non soffiasse sui capelli resterebbero fermi sulla testa senza spettinare le idee.

    Senza ostacoli non sarebbe così figo. Sarebbe solo qualcosa di invisibile, di impalpabile, senza suono, senza quel dolce suono che fa vibrare e danzare. Senza ostacoli il vento non sarebbe vento. Lui è così bello per gli ostacoli che incontra. E così anche le persone. Se fossimo in cammino su una strada sempre uguale, piatta, dritta, senza ostacoli, non sapremmo nemmeno come è bello arrivare in cima dopo una fatica, non sapremmo di esistere, non riusciremmo a sentire la musica in fondo alla strada, non ci ameremmo mai.

    Le persone più belle sono come il vento, sono quelle alle quali il mondo ha fatto resistenza, si è opposto, ha fatto a pugni e poi ci è finito a letto a coccolarti fino al mattino.

    Ecco, a loro la vita è entrata dentro più che agli altri. Come ha fatto il vento in questi giorni con le foglie, le porta a ballare, poi le butta a terra. Ma in primavera rinascono.

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