VILMINORE – Michela Romelli, specializzanda in Medicina Generale, ha sostituito i medici di base malati nell’assistenza domiciliare: “Un’esperienza psicologicamente pesante, ma ricca di umanità”

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Ha dato una mano ai medici militari che in questo periodo hanno sostituito in Val di Scalve i tre medici di base malati. E, a giudicare dalla stima che ha riscosso unanimemente dai suoi pazienti e dalle loro famiglie, se l’è cavata molto bene nonostante la giovane età e la scarsa esperienza. Michela Romelli, 28 anni, laureatasi in medicina all’Università di Brescia nel 2017 e abilitata nel 2018, aveva iniziato l’anno scorso il corso di formazione per specialisti di Medicina Generale perché intenzionata d intraprendere la professione di medico di famiglia:

“Stavo svolgendo il mio tirocinio presso l’ospedale di Piario quando venerdì 28 febbraio, si presentarono i primi casi di Covid-19. Ci comunicarono di non presentarci al lavoro il lunedì successivo, fino a che non si fossero organizzate le attività più utili al l’emergenza. Mi affidarono dapprima il compito di dare una mano al call-center dell’ATS e poi di sostituire i medici di base malati nella continuità dell’assistenza diurna, un servizio analogo a quello della guardia medica. Perciò ho collaborato col medico militare, lui stava in ambulatorio e dava consigli telefonici, mentre io mi occupavo dell’assistenza domiciliare ai malati”.

Erano circa una ventina i pazienti assistiti dal giovane medico:

“Non erano tutti affetti da Covid-19, c’erano anche altre patologie, trattandosi per lo più di persone anziane. Le visitavo due/tre volte per settimana, facevo loro la classica visita medica, valutavo e controllavo le terapie in atto, soprattutto istruivo i famigliari sul da farsi perché il loro ruolo è molto importante, e mantenevo con loro un costante contatto telefonico”.

Un modo di procedere che ha dato risultati soddisfacenti, anche se non tutti i pazienti ce l’hanno fatta a guarire…

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