VILLA D’OGNA – LA STORIA “Siamo cresciuti lì, nel villaggio operaio, a dicembre veniva la mamma del signor Rasini… Facevamo merenda nei bagni”

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Noi che abitavamo nei “palazzi”, le case operaie costruite dalla ditta per i suoi dipendenti, eravamo dei privilegiati: i nostri appartamenti erano spaziosi, avevano l’acqua corrente, il riscaldamento, il water…tutte cose che la maggior parte dei villadognesi di allora, perlopiù famiglie contadine, non potevano permettersi nemmeno di sognare…”.

Sonia Cagninelli, classe 1947, che alla Festi-Rasini ha cominciato a lavorare quando aveva 14 anni, rievoca i tempi in cui la Manifattura dava lavoro a circa 1400 persone: “Che arrivavano in pullman anche da Rovetta, da Fino del Monte, da Ardesio – sottolinea – e anche in questo noi eravamo fortunati, perché avevamo il lavoro qui, appena fuori casa. Per le ragazze che venivano da più lontano c’era il Convitto gestito dalle Suore che si occupavano anche dell’asilo; c’era lo spaccio aziendale per fare la spesa a prezzi modici; la corrente elettrica e l’acqua la pagavamo pochissimo; e se in casa si rompeva qualcosa, oppure c’era da sostituire una lampadina, bastava far presente la cosa all’ufficio apposito della ditta e subito l’elettricista o l’idraulico o il falegname della Festi-Rasini arrivavano a riparare il guasto o a sostituire la lampadina”.

Del resto ad abitare il villaggio operaio era soprattutto gente che veniva da fuori, come suo padre che era di Covo: “Insomma, la differenza fra noi “palassì” ( così ci chiamavano) e il resto della popolazione di Villa e di Ogna era molto marcata, e anche tra noi ragazzi c’era una certa rivalità: a scuola ci facevamo i dispetti, litigavamo e combattevamo lunghe battaglie a suon di palle di neve…E quando cominciai a uscire con il mio attuale marito, le mie compagne mi guardavano meravigliate e mi chiedevano stupite come mi era saltato in mente di lasciarmi corteggiare da un “gat”, come chiamavamo gli abitanti di Ogna…”…

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