VIABILITÀ – Caos traffico: Gorle chiude (per tre mesi) le vie di accesso da Ranica e Torre Boldone. Si scatena il pandemonio e si guarda al prefetto

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Sindaci contro sindaci, o meglio, sindaci contro un sindaco, Giovanni Testa di Gorle, reo (insieme alla sua Giunta) di aver voluto chiudere in via sperimentale per un periodo di tre mesi i varchi d’accesso al suo paese da Ranica e Torre Boldone/Bergamo. E questo avviene nel momento più caldo del traffico, dalle 7 alle 9 di mattina, quando le strade della Bassa Valle Seriana sono intasate dal traffico dei pendolari.

Proteste, lettere, telefonate, messaggi sui social, incontri nel Palazzo della Provincia di Bergamo: nulla di tutto questo ha smosso di un millimetro l’irriducibile primo cittadino di Gorle che, di fronte alle accuse dei suoi colleghi sindaci, in particolare di quelli di Torre Boldone e Ranica, ha sottolineato come questa sperimentazione fosse stata condivisa con i comuni confinanti nella Conferenza dei Servizi.

Il perché della scelta

Ma, perché l’Amministrazione comunale di Gorle ha preso questa decisione impopolare? La spiegazione è dovuta al fatto che il paese (e i suoi abitanti) è costretto a sopportare quotidianamente un’immensa quantità di traffico e, con questa sperimentazione, il Comune spera di ottenere risultati positivi per la viabilità, limitando di molto il traffico verso il centro. E così, da lunedì 3 marzo a venerdì 30 maggio (salvo passi indietro che, al momento, non sembrano all’orizzonte) dalle 7 alle 9 di mattina sono posizionati varchi presidiati di controllo in questi luoghi: all’incrocio tra Via Martinella e Via Quasimodo (impedendo l’accesso dei non residenti del Comune di Gorle provenienti dai confinati Torre Boldone e Bergamo) e alla rotatoria di Via Trento (dove i non residenti provenienti da Ranica non possono più accedere a Gorle).

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