Verso il centenario del disastro del Gleno

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Incontri, concerti, mostre, momenti sportivi, presentazioni letterarie e spettacoli teatrali: sono oltre 50 gli appuntamenti organizzati durante l’anno per commemorare il Centenario del Disastro del Gleno del prossimo 1° dicembre.

Un fitto calendario di eventi, in partenza il 21 aprile con termine il 9 dicembre 2023, accompagneranno il pubblico in un lungo percorso di riscoperta e ricordo de «Il Disastro», evento che ha segnato profondamente la Val di Scalve e la Valle Camonica.

La proposta, sviluppata dal comitato Centenario Disastro Diga del Gleno, in coordinamento con enti ed istituzioni tra la Valle di Scalve e la Valle Camonica, ha ottenuto il Patrocinio della Provincia di Bergamo e della Provincia di Brescia, della Comunità montana di Scalve e della Comunità Montana della Valle Camonica, oltre che dai Comuni di Angolo Terme, Azzone, Colere, Darfo Boario Terme, Schilpario e Vilminore.

Per questi territori, la parola Disastro è indissolubilmente legata a quanto accadde il 1° dicembre 1923: alle ore 7.15 circa, una parte della diga, realizzata qualche anno prima, crolla e quasi 6.000.000 di metri cubi d’acqua si riversano nella vallata sottostante, provocando  359 vittime oltre a danni incalcolabili.
Il termine Disastri, oggi, ricorre in tutti i racconti della comunità scalvina e camuna, ripetuto di testimonianza in testimonianza, fino a diventare nome proprio, a racchiudere in poche sillabe la portata tragica dell’evento, i cui segni ancora oggi sono visibili sul territorio e nella comunità.

Per questo motivo la Commissione per il Centenario del Gleno ha scelto di utilizzare la parola Disastro nel logo che accompagnerà tutte le iniziative del 2023: per sottolineare l’impatto e il significato che il Gleno ebbe sulla storia, ma soprattutto sulle comunità e sulle vite delle due valli.

Per l’occasione, è stata lanciata  la canzone “Viene giù il Gleno” di Giorgio Cordini, chitarrista e compositore già al fianco di Fabrizio De André e di alcuni fra i più importanti interpreti della musica italiana. Nell’anno del Centenario del Disastro del Gleno, l’artista, che vive in Val di Scalve, territorio profondamente segnato dal Disastro, ha voluto fare memoria di quel tragico evento e rendere omaggio al ricordo delle vittime, numerose anche nella vicina Valle Camonica. Il brano è eseguito coralmente, oltre che dall’autore, da altri tre interpreti della canzone italiana: Omar Pedrini, Cristina Donà, Enrico Bollero.

Inoltre, entro un più ampio quadro di collaborazione con le istituzioni locali, dal 2021 l’Università degli studi di Bergamo ha dato vita al progetto di ricerca “A partire da quel che resta. Il Disastro del Gleno tra storia e paesaggio, memoria e futuro (1923- 2023)”. I risultati dello studio, raccolti in un volume, saranno oggetto di presentazione e di confronto nel convegno programmato sabato 25 novembre, che si terrà presso la sede dell’Università degli studi di Bergamo.
Stefano Albrici, Presidente comitato Centenario Disastro Diga del Gleno: «Inauguriamo oggi questo calendario di eventi che ci accompagnerà fino alla data del primo dicembre, dove tutte le comunità toccate dal Disastro del Gleno si uniranno per un evento commemorativo al quale arriveremo dopo un lungo percorso di lavoro e collaborazione. Mesi, durante cui abbiamo realizzato un progetto con attenzione e, soprattutto, con sensibilità pensando ad un programma ricco di storia, arte, cultura, sport e musica che potesse onorare quella che fu, forse, la prima tragedia “mediatica” d’Italia. A 100 anni dagli eventi, la Valle di Scalve e la Valle Camonica non dimenticano e vogliono rendere omaggio alle vittime di questo immane Disastro con la coscienza della responsabilità.»

Emanuele Moraschini, Presidente Provincia di Brescia: «Un Disastro che ha colpito le popolazioni delle province di Brescia e Bergamo, e che, drammaticamente, anticipò di quarant’anni quello del Vajont. È importante mantenere vivo il ricordo di quelle vittime innocenti, di quelle comunità sotto choc, che hanno dovuto trovare la forza di ricominciare a ricostruire tutto ciò che l’acqua, il fango e i detriti avevano portato via. Brescia e Bergamo unite in quella tragedia come nei momenti più drammatici della pandemia. Brescia e Bergamo ancora insieme, oggi, nella gioia di essere Capitale della Cultura, occasione unica per mettere in mostra il nostro grande patrimonio storico, artistico, enogastronomico e paesaggistico

 

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