VALGOGLIO e NOVAZZA Quella casa chiusa, i genitori di Paolo si sono trasferiti a Monza da lui. “Un ragazzo d’oro, quando mancavano i chierichetti serviva ancora la Messa”

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La casa di Novazza di Paolo Marzupio – il 16enne rimasto gravemente ferito nello scontro tra pullman a Gazzaniga nel quale ha perso la vita Luigi Zanoletti e un altro ragazzo di Ardesio capoluogo, Simone Bigoni è stato coinvolto seppure con conseguenze meno gravi – è deserta ed ha tutte le finestre chiuse: da quando Paolo è ricoverato presso l’ospedale “San Gerardo” di Monza i suoi genitori si sono infatti trasferiti in quella cittadina e non lo abbandonano mai.

Il papà e la mamma di Paolo sono miei amici carissimi – dice una signora del posto – li messaggio ogni tanto perché non li voglio disturbare né tantomeno essere indiscreta, e loro sempre mi rispondono nello stesso modo: “Prega, per favore, pregate tutti per Paolo e per i suoi compagni””.

Un invito che la gente di Valgoglio e di Novazza, ma non solo, continua a raccogliere:

a parte le preghiere straordinarie in chiesa, cui il parroco, anche lui vicinissimo alla famiglia, non manca di chiamare spesso la comunità, da quando è successo l’incidente la popolazione si è mobilitata in modo del tutto spontaneo e tramite il passaparola sui social, organizzando una vera e propria sorta di pellegrinaggi verso i luoghi più significativi della fede che sorgono nella zona: la chiesetta di S. Rocchino sopra Bortolotti, cui i valgogliesi sono devotissimi; il santuario della Madonna delle Grazie di Ardesio; la tomba di don Brignoli, il santo prete dei Bani…

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