VAL DI SCALVE INTERVENTO – Le lacrime degli amministratori e le bollette nostre

472

(Riferimento alla recente intervista di Pietro Orrù sull’Eco in cui lamenta l’esplosione delle bollette energetiche pubbliche)

 

Ci mancavano solo le lagne degli amministratori Scalvini per le bollette della pubblica energia.

Le vostre, cari amministratori, sono lacrime di coccodrillo, Ma di quelli grulli: prima concedono la risorsa acqua ai privati e ora piangono miseria sulle bollette elettriche pubbliche.

La nostra Valle con le centraline già installate e funzionanti, sarebbe abbondantemente auto-sufficiente, anzi in abbondante esubero di energia, se anche solo un terzo fossero impianti della comunità, anziché private.

La litania dei concessionari e dei loro ignari o interessati fans, è quella trita e ritrita dell’energia “pulita e rinnovabile”, “…che se non serve a noi in valle, sarà utile alla povera Italia;… che se non usiamo questa fonte pulita, allora servirà più petrolio…” e via imbrogliando.

Ma il mini-idroelettrico non è né pulito né inesauribile. E il suo contributo al bilancio energetico nazionale è risibile.

Se poi si vuol fare il gioco, spudorato e disonesto, di confrontarla con il petrolio (tesi degli interessati), certo allora è energia più pulita. Ma allora perché non paragonarla alla nafta o al carbone, così ne uscirebbe anche meglio?

Ma intortare gli Scalvini a quanto pare non è difficile e quindi avanti con le centraline. Approviamone altre, per “il bene comune” e la gioia dei privati.

Di questo “bene comune” ai cittadini di Scalve tocca solo la leccatura del fondo del piatto. E in più pagano gli incentivi delle centraline in bolletta. Grulli anche loro, cioè NOI. Cornuti e coglionati.

C’è addirittura chi, fra gli amministratori, senza il senso del pudore, chiama in causa la causa nucleare per risolvere questa “crisi energetica senza precedenti”. Attenti al lupo! – strilla.

Nulla di illecito a pensare che il nucleare sia la panacea, per l’amor del cielo. Liberissimi di pensarlo. Anche se paesi evoluti e insospettabili di essere naif, hanno deciso di farne a meno appena possibile.

Anche noi non siamo delle ingenue “Heidi la ragazza delle Alpi”. Il problema energetico è innegabile ed è sulle bollette di tutti. Ma siamo convinti che il problema possa e debba essere affrontato con strumenti sostenibili e proporzionali anche alla situazione locale. E non mancano certo le soluzioni più pulite e a portata di mano.

Prospettare lo spettro dei generatori nucleari, significa solo voler intorbidire… le acque. Come minacciare di sparare alle mosche col cannone, se non si trova una paletta. Paventare la minaccia del nucleare serve a far digerire ai cittadini nuove concessioni, nuove derivazioni, nuovi cantieri e nuove centraline. Altre “artificializzazioni” (termine usato proprio dai progettisti), dei nostri torrenti. Significa privarci per sempre di un elemento fondamentale del nostro paesaggio: l’Acqua.

Con un po’ di buonsenso, basterebbe ammodernare  una delle grosse centrali esistenti. L’aumento di produzione (10/15%) sarebbe equivalente alla produzione di numerosi mini impianti. O magari rimettere in attività quelle centrali ferme da anni o funzionanti a singhiozzo (Valbona e Povo). 

Rispondono prontamente i signori Sindaci, che loro non hanno strumenti per imporre ai grandi Concessionari di fare degli investimenti….

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 18 FEBBRAIO

 

GORLAGO

pubblicità