Ucraina: ad un passo dal baratro. Origine e sviluppo di una crisi che fa tremare l’Europa

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(M.B.) Il conflitto tra Russia e Ucraina di cui sentiamo parlare da diversi giorni affonda le sue radici nel 2014. Nel febbraio di quell’anno era stato cacciato il presidente filorusso Yanukovich e instaurato un nuovo governo non riconosciuto da Mosca. In tutta risposta Putin aveva invaso la Crimea con le truppe e favorito le spinte secessioniste dei filorussi abitanti della regione del Donbass. Ad ogni modo il presidente russo ha sempre considerato l’Ucraina sotto la propria sfera d’influenza: probabilmente non deve avergli fatto piacere il suo desiderio di entrare nella Nato. E infatti nel giro di qualche mese, tra la primavera e novembre 2021, ha spostato sul confine russo-ucraino oltre 100mila soldati. La Nato non vuole rinunciare alla propria influenza in Europa dell’est e a nulla sono valsi i colloqui di pace tra Usa e Russia tenutisi a inizio gennaio 2022. Nel frattempo nemmeno Biden è rimasto con le mani in mano: convinto che quella dell’invasione sia una prospettiva concreta, ha dato ordine a 8500 soldati di “mettersi in allerta”.

Ma come per ogni seria crisi, sotto la trama politica ce n’è una economica di tutto rispetto. Si apre infatti una complicata questione riguardo l’approvvigionamento energetico. Come noto, l’Europa dipende in massima parte dal gas importato; e ben il 40% di esso è russo. In queste ore a Bruxelles si sta discutendo un “piano di emergenza” per garantire, in caso di attacco russo, la sicurezza energetica del continente: è a questo proposito che la commissaria all’Energia Kadri Simpson si è fermata in novembre in Qatar, già primo fornitore per l’Europa di gas naturale liquido. Ma anche Biden ci tiene a rassicurare l’Europa, e, oltre ad aver convocato i giornalisti per annunciare il proprio “piano americano”, fa notare come, d’altra parte, anche i russi dipendano dall’esportazione di gas per il 45% del loro prodotto interno lordo: che senso avrebbe interrompere questo commercio?

La verità è che tutto è molto incerto: da un lato ci sono gli eserciti schierati al confine, dall’altro un’opinione pubblica estremamente contraria allo scontro armato. Vero è che Putin, l’opinione pubblica, non l’ha mai tenuto in altissima considerazione.

 

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