TAVERNOLA – OMOBONO 90 ANNI, 86 ANNI ELEONORA – La lunga vita di Bonni e Nori: «Ci siamo conosciuti alla… dogana tra Tavernola e Cambianica». La patente, il negozio, la bella Balilla e quel “lardo” non mangiato

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Le stradine strette, tratti di acciottolato, la piazzetta davanti alla chiesa di S. Michele dopo aver sfiorato (letteralmente) l’abside romanica di quella vecchia. Il parcheggio è faticoso. Fortuna che mi viene incontro un signore e mi fa segno di venire avanti nella strettoia, sorride, penso, si vede che si è mosso a compassione di quel “forestiero” che non conosce il paese.

Ma posso lasciare qui l’auto? Non c’è un altro posto?, chiedo. “Non preoccuparti, quello che abita lì arriva stasera”. Ah, va bene, cerco la casa dei signori Balducchi. “Lo so, sono io”.

Il signore che mi ha aiutato a parcheggiare è Omobono Balducchi che compirà 90 anni ad agosto. Se mi aspettavo un “vecchio” in poltrona ho sbagliato tutto. Va bene, ricominciamo da capo.

Salgo i gradini, la casa è incastonata nel borgo, dietro la chiesa di Cambianica, frazione di Tavernola. Qui ci sono stato da ragazzo e per questo Omobono sorride, mi ha riconosciuto e indovinando quello che sto pensando commenta: “Queste strade quando eravamo ragazzi ci sembravano larghe, adesso che abbiamo le macchine, sono diventate… strette”.

E già questa sarebbe una sintesi e definizione efficace del passaggio dalla civiltà contadina a quella industriale e figurarsi adesso a quella tecnologica.

La nidiata di Gioanì Luna

Sulla soglia la moglie Eleonora Colosio. Vai con i diminutivi, altrimenti magari in paese non fanno mente locale, Lei è Nori e lui? “I forestieri mi chiamavano Eleonora, perché avevo il negozio di elettrodomestici, ma in paese mi conoscono tutti come Nori. Lui l’ho sempre chiamato Bonni”.

Un corridoio elegantissimo, come il salotto. Lui si porta i suoi 90 anni con lucidità e allegria: “Sto per fare la tombola, il 18 agosto compio 90 anni”. “E io invece questo mese di aprile, il 9, compio 86 anni”.

Nori è una della nidiata di “Gioanì Luna”. “Lo chiamavano ‘Luna’ perché da piccolo, cadendo, si era fatto come una mezza luna nella testa. Eravamo 9 fratelli, siamo rimasti in 5, quattro sono andati in cielo: Valentino, Padre Gianni, Reginaldo e Giuliano”.

Bonni invece è di Cambianica. I “Luna” abitavano all’inizio della mulattiera che portava a Cambianica. “Sì, abitavamo alla… dogana, tra i due paesi”.

E quando vi siete visti per la prima volta? “Prima eravamo amici ma a un certo punto non mi piaceva più. Quando ho avuto la dichiarazione, mi ha corteggiato lui, mia sorella Grazia mi ha detto, va bene, vai fuori e glielo dici che non ti piace, in modo che non lo lasci in ‘sospeso’. E io, ma se si mette a parlare sono sicura che mi piace. Era un bel ragazzo, bravo, buono… aveva tutte le buone qualità ma poi io gliele ho fatte… migliorare”.

Bonni sorride. “Lì era un posto di blocco, tra Tavernola e Cambianica, la sua mamma, le sue sorelle, i suoi fratelli, ci si fermava…”.

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