TAVERNOLA – LA STORIA – LA CORALE DI SANTA CECILIA /2 – Le donne entrano in coro, ma sull’altare… laterale

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Con l’appoggio del nuovo parroco, Don Francesco Saverio Cavagna arrivato a reggere la Parrocchia nel 1915, il gruppo dei “cantori” si consolidò. I direttori del coro, che si alternavano man mano nel tempo, erano ormai quasi tutti di Tavernola, se si esclude la saltuaria presenza di Don Crivelli, maestro del Coro del Duomo di Bergamo, che aveva l’abitudine di soggiornare per lunghi periodi ogni anno a Tavernola in casa del Parroco.

Le basi di quella che sarà poi la Corale per tutto il novecento era già posta: dopo il maestro Tiraboschi la diresse per alcuni anni il figlio Cirillo e, dopo qualche anno di direzione di Antonio Zatti, fornaio, gli successe il giovane figlio Alessandro, maestro del coro e fornaio come il padre. Fece il suo debutto in quegli anni anche il giovane Paolo Balducchi (Lino), maestro del coro e organista a seconda delle necessità, e così pure si rendeva utile un altro giovane, Sandro Colosio, trascrittore delle partiture dei canti.

L’arrivo di Don Pietro Bonicelli (1932) aprì nuove prospettive anche per la corale: al tradizionale gruppo di cantori adulti si affiancò la corale femminile, che eseguiva canti liturgici non nel coro del presbiterio ma sull’altare di San Luigi, sostenuta dall’armonium. Debuttò in quegli anni anche il gruppo delle “voci bianche”, cioè dei “Pueri Cantores” formato da ragazzi…

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