Caro Direttore,
desidero entrare in merito all’intervista da lei effettuata al Sindaco di Tavernola e pubblicata in contemporanea al mio intervento, sul suo giornale il 24 gennaio scorso.
Nel mio scritto mettevo in fila alcune delle azioni e iniziative intraprese sul noto argomento che riguarda la presenza della realtà cementiera sul nostro territorio, da parte delle amministrazioni comunali degli ultimi dieci-quindici anni.
La prima considerazione riguarda il titolo dell’articolo “Questa amministrazione non è in vendita. Polemiche strumentali, Tavernola riparte” beh, da parte mia, ben lungi l’intendimento di giudicare questa amministrazione “in vendita”, ma piuttosto mettere in evidenza la sproporzione tra l’attività e il giro d’affari di un cementificio e una richiesta di contributo di € 5.000,00.
Leggendo con attenzione soprattutto la parte virgolettata, inoltre, ritengo opportuno sottolineare alcune incongruenze e inesattezze, si afferma che il comune non abbia più ricevuto contributi dal cementificio dopo il 2010, circostanza che non corrisponde al vero.
La convenzione con il cementificio, scaduta nel 2010, presentava una parte, denominata addendum, che esplicitamente faceva riferimento alla termovalorizzazione (salvo parere favorevole del Comune), condizione non più compatibile dopo l’esito della consultazione popolare sulla sperimentazione dell’utilizzo di combustibili alternativi del 2007, che aveva visto la stragrande maggioranza della popolazione esprimere la propria contrarietà.
Nonostante ciò, secondo quanto confermato dall’allora Sindaco Zanni, la stipula di una nuova convenzione fu oggetto di vari confronti nei quali non si arrivò mai ad un’intesa, perché l’Amministrazione Comunale poneva giustamente quale argomento rilevante, il risultato del referendum del 2007 sui combustibili derivati da rifiuti (CDR).
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