TAVERNOLA – IL CASO Cementir rilancia “perentoriamente” per bruciare combustibili alternativi La palla ai funzionari provinciali

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(Cr.B) l termine del Consiglio comunale di venerdì 27 gennaio, il sindaco Filippo Colosio ha voluto aggiornare il pubblico presente in sala sull’annosa questione “rifiuti alternativi” che vede contrapposte da anni la Proprietà del locale cementificio e la popolazione di Tavernola.

Il problema è tornato d’attualità in seguito ad una lettera perentoria, inviata recentemente a Comune, Regione, Provincia, Comunità Montana, Ats e Arpa dall’ing. Mario Ciliberto, direttore degli impianti locali di Cementir, la Società che nel luglio 2016 ha rilevato gli impianti di Tavernola in seguito al fallimento della precedente proprietaria, la Società Sacci di Roma.

Con questa lettera Cementir sollecita il rilascio dell’autorizzazione all’uso di combustibili derivanti dal trattamento di rifiuti già più volte richiesta da tutti i proprietari che si sono succeduti a partire dall’ultimo decennio del Novecento (dal 1996 la proprietà è passata attraverso quattro Società).

Il tono della lettera non lascia dubbi sulla volontà di Cementir di ottenere al più presto l’attesa autorizzazione sentendosi forte del fatto di avere la legge dalla sua. Nel testo infatti è chiara la minaccia agli Enti in indirizzo di rivalersi su di loro per i danni subiti a causa dei ritardi burocratici qualora la questione non fosse affrontata e risolta celermente.

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Sacci, e ancor prima la precedente proprietaria, la francese Lafarge (2005), avevano chiesto agli Enti competenti (Regione, Provincia), all’interno dell’AIA, l’autorizzazione all’uso di combustibili derivanti da rifiuti, già utilizzati da tempo in diversi cementifici in Europa e anche Italia.

Già all’epoca della prima richiesta la popolazione si era allarmata e, dopo una serie di Assemblee informative, nel mese di giugno 2007 aveva espresso con l’80% dei voti il suo parere contrario nella consultazione indetta dal sindaco dell’epoca, Leandro Soggetti. Il parere del Comune sui contenuti dell’AIA, che allora era rilasciata dalla Regione, era (ed è) dovuto ma non vincolante, tuttavia Lafarge accettò di non procedere all’utilizzo del CDR (allora era definito con questa sigla, e cioé Combustibile Da Rifiuti) dopo aver ricevuto la comunicazione ufficiale della contrarietà dell’Amministrazione….

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