La gente qui non ha voglia di tornare a preoccuparsi delle emergenze, gli scorsi cinque anni furono una sequela di allarmi e disgrazie (meningite, covid, rifiuti nel lago, minaccia della grande frana). Ma se invece di una conferenza stampa, la scorsa settimana, fosse stata un’assemblea pubblica, qualche preoccupazione la gente se la sarebbe portata a casa.
Riassumiamo senza troppi tecnicismi.
Minimo tre anni. Forse di più. Così i tecnici hanno fissato (ottimisticamente) i tempi per completare il progetto che dovrebbe fermare definitivamente il movimento franoso. Sono stati illustrati gli interventi che saranno fatti in questi anni per mettere in sicurezza il pendio del Monte Saresano e “mitigare” la minaccia della grande frana che potrebbe scivolare a lago.
Dalla conferenza stampa che si è tenuta venerdì 28 nella sala consiliare tavernolese sono emersi alcuni aspetti non proprio tranquillizzanti e non per carenze e cattiverie umane, ma per l’imponderabilità degli eventi. No, il movimento resta di pochi millimetri (4-5) al mese che in un anno significa uno scivolamento di circa 6 centimetri. Negli ultimi 4 anni quindi si sarebbe mossa per circa 24-25 centimetri, una spanna. E allora? Insomma, di poco, ma ancora “eppur si muove”.
Partiamo dalla causa che quattro anni fa ha provocato un movimento che ha spaccato la sede stradale tra Parzanica e Vigolo (strada chiusa e lo sarà anche nei prossimi anni) e accentuato il pericolo che tutto franasse e finisse nel lago provocando uno tsunami. E se capitasse di nuovo?
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