Sono settimane di grandi feste religiose a Tavernola. Già la settimana scorsa, dal 19 giugno, sono cominciate le “Quarantore”. E per l’occasione è stata recuperata dal solaio la grande “macchina del Triduo”. Non veniva più allestita dal 1972.
La parrocchiale è parata a festa con le lesine della facciata tappezzate di scritte che ricordano le varie associazioni di volontariato. Don Giuseppe Azzola è qui a Tavernola da quattro anni. Prima era a Castro. Rimpianti? “No, qui mi trovo benissimo”. Lo dici convinto o è una frase fatta? Perché a Castro hai lasciato grandi ricordi positivi. “No, davvero, qui mi trovo benissimo, è una comunità incredibile”.
Incredibile? “Incredibile perché partecipano, ci mettono la passione, tanti volontari. Per qualsiasi iniziative, tu la proponi, magari all’inizio dicono, no, basta, dai fermati, ma dopo loro lo fanno. Guarda la facciata della chiesa, io avevo fatto stampare gli striscioni, loro sono venuti, hanno fatto le prove, hanno messo i bastoncini, li hanno appesi. Si organizzano tra di loro, sono impressionanti…”.
È restato un paese, una comunità insomma, pur essendoci le frazioni. “Con le sue tradizioni, è gente generosa. Da gennaio si sono impegnati a recuperare la macchina del Triduo che non veniva più allestita dal 1972. Nicola, Paolo e il suo gruppo hanno trovato una foto di un matrimonio con sullo sfondo la macchina del triduo e hanno recuperato e rimesso a nuovo i pezzi sparsi sui solai, restaurati, colorati, aggiustati. Poi non si è trovato il grande telo che fa da sfondo e le donne del paese l’hanno rifatto nuovo”.
Ho visto che hai ridato impulso anche alle feste patronali delle frazioni, va be’, Cambianica con S. Michele ha sempre festeggiato, ma anche Bianica con S. Bernardo e anche S. Rocco…
“No, io ho trovato già la passione per la loro chiesa. Cambianica ovviamente ma anche Bianica, la chiesa di S. Bernardo era già stata sistemata prima che arrivassi io.
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