SUI TORRENTI E FIUMI DELLE VALLI – La “Protesta dei pesci di fiume”. 18 associazioni si sono mobilitate in tutta la Lombardia per salvare i corsi d’acqua naturali a rischio a causa dello sfruttamento delle loro acque ai fini idroelettrici

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Più di 100 situazioni problematiche nelle Alpi, 15 di esse in Lombardia: anche su di esse si sono concentrate le attenzioni di Legambiente e di altre 17 associazioni che hanno dato vita, il 25 gennaio scorso, a sit-in e flash-mob finalizzati alla salvaguardia dei corsi d’acqua naturali sfruttati in modo indiscriminato ai fini idroelettrici. La protesta è stata pittorescamente chiamata “La protesta dei pesci di fiume”, perché è proprio la fauna ittica la prima vittima di questo sfruttamento; ma a determinarla ci sono anche molte altre ragioni.

Come spiega Legambiente, “I corsi d’acqua naturali sull’arco alpino sono fortemente a rischio a causa del numero crescente di domande per la realizzazione di nuove derivazioni e impianti idroelettrici (mini e micro idroelettrico). Nella sola Lombardia risultano attivi 705 centraline sotto i 3000 kw e centinaia sono le richieste attualmente in fase di valutazione. Questo processo è coinciso certamente con l’esigenza di incrementare la produzione di energie rinnovabili prodotte dal nostro paese per conseguire gli obiettivi della Direttiva 2009/28/CE e il piano di azione nazionale per le energie rinnovabili (Decreto Direttoriale 29 del Ministero dell’Ambiente), ma ha determinato un intenso conflitto con gli obblighi di qualità dettati dalla Direttiva Quadro Acque, la 2000/60/CE che invece impone la tutela e il miglioramento dei corpi idrici”….

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