Ponte Nossa, Torre Boldone, Coccaglio. La vita di Annalisa Colleoni è scandita da questi tre paesi. Il primo, dove è nata nel 1943, si trova nell’Alta Valle Seriana. Il secondo, dove ha vissuto per oltre mezzo secolo, è alle porte di Bergamo. Il terzo è invece in Franciacorta, in provincia di Brescia.
Nei suoi otto decenni lei ha ricoperto tanti ruoli: mamma, moglie, insegnante, assessore, sindaco, presidente di un circolo culturale. E lei li ha ricoperti rimanendo sempre se stessa, paziente e al tempo stesso decisa. E, soprattutto, con una indiscutibile propensione all’ascolto, al confronto.
L’infanzia a Ponte Nossa
Annalisa si trova nella sua casa di Coccaglio, in Franciacorta, ai piedi del Mont’Orfano. Insieme al marito Giuseppe Manzoni ha infatti deciso alcuni anni fa di lasciare Torre Boldone per avvicinarsi al loro unico figlio, che è medico legale ed è sposato in terra bresciana.
Riavvolge i nastri della memoria e torna indietro nel tempo.
“Sono nata a Ponte Nossa in piena guerra, ma io ero troppo piccola per capire cosa stava accadendo. L’ho poi saputo in seguito dai racconti dei miei genitori. Il mio papà, Angelo, era caposala alla De Angeli Frua, poi diventata Cantoni, mentre la mia mamma, Maria, ha lavorato nella filatura. Ponte Nossa in quel periodo era infatti un paese industrializzato”.
Aveva fratelli o sorelle? “Avevo un solo fratello, che è purtroppo morto giovane nel 1977, mentre altri sono morti quando erano ancora piccoli, come capitava spesso in quel periodo. Tornando al mio papà, lui è stato sindaco di Ponte Nossa dal 1946 al 1963”.
Un’esperienza, quella di sindaco, che lei stessa ha vissuto alcuni decenni dopo, ma in un altro paese.
“Ho poi frequentato le Medie a Clusone e le Magistrali al ‘Secco Suardo’ di Bergamo. Ho quindi casualmente conosciuto Giuseppe, che è originario di Urgnano; ci siamo fidanzati e ci siamo sposati”.
La ‘primavera’ di Torre Boldone
Nessuno di voi due era di Torre Boldone. Perché avete deciso di andare ad abitare laggiù?
“Mio marito lavorava all’Italcementi, quindi per lui abitare lì era più comodo. Io non ero ancora di ruolo come insegnante, perciò era indifferente abitare in un paese o in un altro. E così, nel 1966 siamo andati a vivere a Torre Boldone e ci siamo rimasti fino al 2021, per più di 50 anni”.
Il paese che fa da collante tra la città di Bergamo e la Val Seriana era molto diverso da quello attuale.
“Sì. Posso dire di aver visto la primavera di Torre Boldone, perché all’epoca c’erano solo 3.000 abitanti, mentre quando sono andata via ce n’erano quasi 9.000”.
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