Storie di Donne -Theresia, dal Camerun alla Val di Scalve una scelta d’amore: “Ho scoperto i miei genitori a 14 anni”

0
790

di Etta Bonicelli

Theresia, figlia del Camerun, occhi neri di velluto, grandi, intensi, occhi che sorridono prima delle labbra, interpreti di un’anima generosa, accogliente, gioiosa. Si presenta a me con i suoi migliori inconsapevoli biglietti da visita: sguardo e sorriso. La incontro a  Vilminore, a LAmeCÀ, la struttura socio-assistenziale in cui lavora, che, come dice il nome, sa di casa. Mi è stato chiesto di aiutarla a perfezionare la lingua italiana per rendere maggiormente fruibile la comunicazione con pazienti e colleghi. Che poi la sua comunicazione sia facilitata da un linguaggio non verbale che va oltre le parole è evidente: lo sguardo, il tono di voce e quel sorriso radioso sono sicuramente balsamo per dolori, solitudini e fragilità. ‘Fin da ragazza volevo dare sollievo a chi soffre, condividere il dolore con loro‘. Lo dice con semplicità, come fosse scontato. Dimentico verbi, coniugazioni e congiuntivi e le chiedo di parlarmi della sua vita, di come, quando, perché sia arrivata dal cuore dell’Africa alla sperduta Valle di Scalve. Il suo sguardo si fa lontano, velato di nostalgia: corre col pensiero alla sua terra d’Africa, ai vasti altopiani ondulati coperti da savane infuocate e foreste rigogliose, agli sconfinati orizzonti che si arrossano al calar del sole. Theresia nasce a Nkambe, 49 anni fa, da mamma Martina e da papà Peter, una guardia forestale, è la terza di dieci figli. Fin qui nulla di particolare se non che le sue origini famigliari le ha scoperte a 14 anni leggendo il suo atto di nascita da presentare per l’esame di BEPC, papà e mamma hanno nomi diversi, sconosciuti. Come è possibile? É una scoperta che la lascia sconcertata e disorientata. Esige subito una spiegazione e scopre che chi l’ha fatta crescere con amore di mamma in realtà è una zia, sorella del padre: non era riuscita ad avere figli suoi e il fratello le aveva ‘donato’ una delle sue bambine. Theresia vuole conoscere immediatamente i suoi veri genitori che vivono in una città della zona francofona. I suoi occhi si fanno lucidi ricordando l’incontro con la madre naturale, l’abbraccio lungo e avvolgente alla figlia ritrovata, le sue lacrime di gioia.

ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIO

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui