Storie di Donne – ENDINE – Carla, che progetta gallerie: “Alle donne non è concesso alcun errore. Papà mi portava spesso in cantiere e un giorno mi regalò un caschetto giallo…”

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Sono le 11 in punto di un sabato mattina di metà febbraio, Carla Zenti è una di quelle donne che non si ferma mai, ma tra un impegno e l’altro, trova una parentesi di tempo per raccontarmi la sua vita e la sua professione. Carla, che progetta gallerie, che ha 50 anni, una passione per la natura e gli animali e una carriera in un mondo professionale dove le donne sono qualcosa di… raro.

Prima di parlare di me – sorride Carla – ti direi che quando ho iniziato io un po’ di anni fa le donne in questo settore erano come mosche bianche. Le gallerie nascono principalmente con l’applicazione delle miniere e solo dalla fine del 1800 si è cominciato a pensarle sulle infrastrutture. Ebbene, in passato le donne in galleria portavano male, perché quando ci entravano era soltanto per recuperare il cadavere del marito morto”.

Il percorso di studi

Insomma un mondo complicato, ma che Carla ha affrontato con una passione immensa: “Il mio è un percorso abbastanza particolare, perché avevo iniziato con Ingegneria Gestionale, poi quando sono arrivata a dover sostenere gli esami di economia, mi sono resa conto che non faceva per me e quindi mi sono iscritta ad architettura. Solo che probabilmente nel DNA ero proprio ingegnere, tant’è che poi mi sono laureata in architettura, ma con un piano di studi molto vicino all’ingegneria. Ho fatto una tesi di sismica e geotecnica, un progetto che era in mano al Dipartimento di Ingegneria Strutturale affidato dopo il terremoto dell’Umbria e delle Marche del 1997; io mi sono laureata nel 2002 e la regione Marche aveva affidato questo studio per valutare la stabilità di tutte le sue strutture nel caso in cui si fosse verificato un altro sisma paragonabile a quello del 1997. Mi sono resa conto però che come architetto nessuno mi avrebbe dato da lavorare in campo geotecnico”.

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