SOVERE – ENDINE – Walter & Claudia, dall’Africa a Sovere e quei soldi che stanno ridando vita a Queque, Sara, Chris, Yocouba, Moumouni, Salomone, Prince

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Il Natale 2021 è da poco passato e l’anno nuovo è il nostro quotidiano, con le fatiche e le attese, le preoccupazioni e le speranze, con la vita in cammino sempre e comunque. Solo pochi mesi fa, abbiamo parlato di una “ricetta” per mettere un po’ di bene nelle nostre vite ed è fatta con ingredienti semplici: le mani di un’artista, l’espressione di molte emozioni e l’amore in una dimensione missionaria. La ricetta si chiama Claudia e in pochi mesi si è arricchita di tanti altri ingredienti fatti da persone, cuori, vicinanza e partecipazione. La storia di Claudia non nasce solo dalle sue mani d’artista, ma da un’esperienza di vita dove la forza ha combattuto contro la malattia e le fatiche annesse, proprio per lottare e non arrendersi mai. Oggi lei sta meglio, è tornata al lavoro, i controlli sono buoni, malgrado la vita per lei sia cambiata notevolmente.

E negli ultimi mesi, le sue preziose mani hanno lavorato per il Natale e per trasformare le sue fatiche in dono, in desiderio di farsi vicina a chi è meno fortunato, in quegli angoli di mondo dove la vita non offre tanti strumenti. Così il suo percorso di riabilitazione e di gestione della malattia si è fatto più “leggero”, pensando a bambini africani con disabilità e malattie che necessitano di visite, esami specialistici, interventi chirurgici, ausili ortopedici.

Nel mio tempo di congedo dalla missione in Costa d’Avorio, in estate, ho sentito Claudia nel pieno delle sue battaglie, piena di questo desiderio di donare e aiutare, così abbiamo condiviso la quotidianità del mio impegno missionario in Africa, tra bambini e ragazzi, tra scuola e disabilità, parlando dei loro bisogni, di queste famiglie, delle realtà che, senza il sostegno importante da parte dei missionari, non è possibile cambiare. In poco tempo, il sogno di Claudia, i bambini che ho incontrato nel mio rientro in Africa, la progettualità degli interventi che cresce nella nostra presenza missionaria, hanno dato il via a questa iniziativa di solidarietà che si è conclusa da poco. In realtà, nulla è concluso perché l’immenso lavoro di questa donna, ora, apre la strada ad alcuni bambini fragili ed ha aperto, probabilmente, più di quanto tutti noi ci aspettavamo, il cuore e lo sguardo di molte persone dentro un grande movimento condiviso. Un pensiero progettuale rivolto a Sara e Queque, 3 anni lei e pochi mesi lui; Sara che necessita di una protesi perché ha perso metà gamba in un incidente e Queque un bimbo nato con malformazione da spina bifida.

Claudia dipinge, decora, lavora instancabilmente al suo progetto e realizza 600 Babbi Natale di legno, un numero impressionante in ragione del lavoro richiesto tra colore e pasta neve, lucido, rifiniture; allega ai Babbi una brochure stampata dalla Tipografia Soardi di Pisogne con la descrizione sintetica del progetto, un lavoro per cui ringraziamo tantissimo per il generoso gesto, completamente gratuito. Condividiamo il progetto sui social per dare visibilità e inizia il passaparola, il lavoro di rete, lo scambio, l’aiuto, il desiderio di esserci per questi due bambini, da parte di molte persone. È iniziato da poco ottobre e Claudia è già in piena attività, riceve ordini, vende i Babbi, condivide il lavoro con amici e conoscenti, creando una catena di solidarietà che si fa sempre più lunga, aggancia, allarga i cuori e si fa prossima a questi due bambini africani che attendono. Arriva dicembre, arriva il Natale e i Babbi dipinti, arrivati a 600 pezzi, si esauriscono negli ultimi colpi di vendita attraverso lo scambio tra persone che hanno incrociato e sostenuto Claudia, Sara e Queque, ascoltando anche la sua storia di fatica, forza, speranza, dentro la malattia: 8€ il prezzo di un Babbo, 600 venduti, per un totale di 5422€ raccolti, perché non sono mancate donazioni extra sulla vendita. Un risultato strepitoso, oltre il previsto, oltre le aspettative, oltre le distanze fisiche, dentro uno spazio comune a tutti, quello del cuore. In febbraio questo denaro raggiungerà la Costa d’Avorio per sostenere i progetti che hanno preso forma, dando spazio a novità, ad altri bisogni, ma, purtroppo, anche all’imprevedibilità, così fortemente presente nella cultura, nella dimensione povera, fragile, misteriosa, affascinante, ostile, della terra d’Africa.

È con molta fatica ed amarezza che devo raccontare la triste storia di Queque, il bimbo affetto da spina bifida, perché purtroppo questo piccolo non ce l’ha fatta, è mancato poco prima del Natale; nato a luglio con la malformazione del midollo spinale in un piccolo villaggio, al mio rientro dall’Italia mi era stato presentato insieme alla prospettiva dell’operazione chirurgica presso una clinica specializzata ad Abidjan, al prezzo di circa 2400€. Un bimbo da trattare nelle malformazioni anche in ortopedia a livello degli arti inferiori, con un quadro clinico importante, ma con una prospettiva di recupero attraverso la chirurgia, così ce ne siamo fatti carico per il da farsi. Ma Queque in quel villaggio non ce l’ha fatta, avevo incontrato il padre pochi giorni prima, assicurandogli che avremmo presto ricevuto i mezzi per procedere all’intervento, ma una probabile infezione con emorragia ha spento per sempre le speranze per lui. Ho fatto fatica a comunicare a Claudia l’accaduto, mi sono preso del tempo e poi il coraggio per dire la triste verità e, ancora, la speranza per guardare oltre e trasformare questa perdita in opportunità per altri bambini. I misteriosi disegni di Dio per l’umanità non hanno fatto tardare il desiderio di indirizzare questo sostegno per altre situazioni, così nel progetto di Claudia entreranno altri nomi, altre storie, altri volti di bimbi fragili…

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