SONGAVAZZO – E’ nata la “Formaggella Rebecca Velata del Benzoni”. “Leghiamo un prodotto del territorio al nome del nostro artista”

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L’idea è stata quella di  legare un prodotto  eccellente del territorio al nome di un artista pure eccellente cui questo territorio ha dato i natali:  è così che è nata la “Formaggella Rebecca Velata del Benzoni”, prodotto De.Co. del Comune di Songavazzo,  presentata nei giorni scorsi alla stampa. Come è scritto nel Disciplinare di Produzione e di Commercializzazione, ‘Il patrimonio culturale di una comunità è composto da beni di valore storico-artistico, ma anche da luoghi,  ambienti e elementi immateriali (linguaggio, musica, religiosità, folclore, abilità manuali, savoir faire) che  assumono testimonianza di una collettività, espressione di una cultura nelle sue diverse manifestazioni: “Tra le finalità del Comune c’è anche quella di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale, mettendo in  atto quelle azioni che consentono di riconoscerne il valore, anche in sinergia con altri enti e istituzioni – spiega il sindaco Giuliano Covelliperciò  il  marchio “De.co.” attribuito alla formaggella d’alpeggio rappresenta  il riconoscimento di una specificità  locale da promuovere anche in chiave di valorizzazione culturale e di promozione turistica”.  E che cosa significa la sigla DE. CO.? “Si tratta, in parole semplici, della ‘carta di identità’ che un sindaco può dare ad un prodotto. E’ stata istituita negli anni ’90 e si è rivelata una carta interessante, fondata com’è sul famoso detto di Luigi Veronelli secondo il quale ‘il peggior vino del contadino è sempre meglio di un vino industriale’. Ed è DE. CO. –tanto per fare un esempio vicino a noi – anche il mais rostrato rosso di Rovetta. Insomma la DE. CO: certifica  un prodotto come tradizione consolidata nella storia di un territorio”. Ma perché chiamare la formaggella stessa “Rebecca velata del Benzoni”? “Volevamo valorizzare la figura dello scultore, Giovanni Maria Benzoni, un artista di cui Songavazzo va orgogliosa, e proprio per questo sottolinearne il  legame con il territorio”. L’artista, nato nel 1809, fin da ragazzino intagliava piccoli bassorilievi ispirandosi agli esempi della tradizione fantoniana. Il conte Luigi Tadini lo notò e lo accolse nella sua vicina Accademia loverese, che ancor oggi ospita le sue prime opere. Formatosi a questa scuola, Benzoni si affermò nel mondo artistico romano per la  fantasia nell’invenzione e la notevole capacità tecnica nella realizzazione delle sculture e diventò  presto uno tra gli autori più richiesti sul mercato artistico italiano, come testimoniano le prestigiose committenze  delle corti russe e austriache e dei regnanti italiani, tanto da gestire uno studio che accanto ai figli potrà contare  su ben cinquanta aiutanti.  Al culmine della sua fama, Benzoni mantenne uno stretto rapporto con la committenza bergamasca, con  l’Accademia Tadini a Lovere e con Songavazzo, suo paese natale, al quale ha dedicato una delle sue più intense  invenzioni  in campo sacro, l’intensa Addolorata destinata alla cappella funeraria dei genitori.

«Un integro cittadino, un valente ed operoso artista, che in tutta la sua vita venne chiaramente a dimostrare che  volere è potere». Così è riassunta la figura di Giovanni Maria Benzoni in un necrologio pubblicato poco dopo la  sua morte, il 26 aprile 1873.

E come mai la scelta è caduta sulla scultura ‘Rebecca velata’? “Perché si tratta di una delle opere di maggior successo del nostro artista, che ha colto il personaggio biblico di Rebecca, appunto, nell’atto di presentarsi al suo sposo coperta  da un velo che ne ricopre non solo il volto ma anche l’intera figura: questo gli ha permesso di dimostrare tutta la sua abilità nella resa del leggerissimo panneggio, cioè l’aspetto che ha reso famosissima questa sua opera e che, secondo un critico dell’epoca, ‘basterebbe ad eternare il nome del suo autore’. La prima versione di questa statua venne infatti presentata a Londra nel 1862, e questo le garantì una notorietà internazionale, tanto che poi a Benzoni vennero commissionate opere anche da parte di appassionati britannici e statunitens, e che della Rebecca si conoscono ben 37 repliche, di diverse dimensioni. Una delle più note, insieme a quelle di  Atlanta, High Museum of Art, e Detroit Institute of Arts, è conservata presso il Salar Jung Museum di Hyderabad,  ed è stata scolpita dal figlio dello scultore, Giovanni Battista, nel 1876 riprendendo il modello paterno”. Quanto all’alpeggio di Valmezzana, luogo di produzione e di trasformazione del latte da cui si ricava la formaggella , esso  sfrutta non solo il pascolo intorno alla baita ma anche vasti territori che gravitano nella sua area. Confina a nord con Valzelli (territorio del Comune di Castione della Presolana) e  Valle Codalarga, a est con Pian della Palù (territorio e proprietà del Comune di Rogno), a sud con  Ramello del Nedi (territorio Comune di Songavazzo ma proprietà del Comune di Onore) e  marginalmente con Casina d’Oro (territorio e proprietà del Comune di Costa Volpino), a ovest con Valle  dei Frucc (territorio Comune di Songavazzo). L’alpe è pianeggiante al piede, ripida, rocciosa e fittamente boscata sotto la Baita, verso Malga  Campo, mentre ha una configurazione varia verso Valzelli, da pianeggiante a ripida con canaloni. Ramello della Corna ha pascolo a mite pendenza sopra la cascina, mentre al di sotto le pendici  divengono molto ripide e fittamente boscate.

L’alpeggio ha una superficie complessiva di Ha 235…

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