Sequestro da 4,5 milioni all’imprenditore Pierino Zanga

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Locanda Armonia

La Guardia di Finanza del comando provinciale di Milano questa mattina, giovedì 24 novembre, ha sequestrato tredici fabbricati e 27 terreni tra Bergamo e Brescia, gran parte dei quali di proprietà di una società di capitali riconducibile all’imprenditore bergamasco Pierino Zanga.

Un sequestro di prevenzione di beni per un valore di circa 4,5 milioni di euro, che riguarda anche il capitale sociale e il patrimonio della società proprietaria di un’azienda operante nel settore della ristorazione ed organizzazione eventi, concessa in affitto a terzi (che non sono coinvolti nelle vicende giudiziarie).

Pierino Zanga era stato arrestato nel 2016 nell’ambito di uno dei filoni dell’indagine della Dda su un sistema di presunte tangenti per facilitare l’assegnazione di subappalti di opere pubbliche in Lombardia, tra cui quella per il collegamento ferroviario tra il Terminal 1 e il Terminal 2 di Malpensa e anche in un filone delle inchieste sui subappalti di Expo.

L’imprenditore bergamasco Pierino Zanga è stato definitivamente condannato per i reati di associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, bancarotta fraudolenta e reati di natura fiscale. Nel prosieguo delle attività investigative, l’uomo e sua moglie, sono stati condannati in via definitiva per fatti di riciclaggio, per i quali sono state confiscate somme provento dei reati contestati per 1,4 milioni di euro.

Il denaro sarebbe stato ‘ripulito’ tramite il trasferimento su un conto corrente acceso presso un istituto di credito alle Bahamas, intestato ad una società di diritto panamense ed alimentato da flussi finanziari provenienti da rapporti bancari svizzeri. L’ulteriore valorizzazione delle indagini economico-finanziarie ha consentito di rilevare una sproporzione tra i redditi dichiarati da Zanga e gli investimenti effettuati nel periodo in cui ha commesso i reati che gli sono stati addebitati.

Nello specifico è stato documentato come Zanga, utilizzando denaro di provenienza illecita, abbia conseguito la titolarità di un cospicuo patrimonio immobiliare, sia per il tramite di una società intestata alla moglie che attraverso un’altra società detenuta, in maggior parte, da un soggetto giuridico di diritto estero, con sede negli Emirati Arabi Uniti.

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