SARNICO – “Siamo rassegnati, tasse da pagare e nessuna entrata da un anno, 66 camere, la Spa e il centro massaggi. Da 20 anni io e la mia famiglia siamo stati qui ogni giorno e ora…”

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Il settore alberghiero e della ristorazione sono in ginocchio. La pandemia e le chiusure hanno distrutto interi settori produttivi e turistici all’interno del paese. Anche nei nostri territori non mancano gli imprenditori in difficoltà. Il Cocca Hotel di Sarnico è in crisi, in quanto costretto a sostenere costi ingenti e tasse onerose, senza avere la possibilità di fatturare. La struttura è chiusa dal novembre 2019, periodo in cui sono emersi i primi casi di meningite: “Siamo chiusi da un anno – spiega il proprietario dell’Hotel Cocca Maurizio Marini – , in quanto, prima del Covid, non abbiamo potuto lavorare a causa della meningite. Quindi, già da novembre 2019, i clienti, per paura di contagiarsi, ci chiamavano per disdire le prenotazioni. Ci stavamo rialzando con l’inizio del 2020, poi è scoppiata l’emergenza coronavirus. Il grosso problema per una struttura come la nostra è che se venisse lasciata chiusa per troppo tempo, gli impianti si deteriorerebbero. Le tasse non sono state sospese, infatti abbiamo dovuto pagare la TARI e le bollette. Abbiamo delle spese ingenti per mantenere l’impianto fotovoltaico e altri impianti all’interno della struttura. Insomma, abbiamo moltissime spese da sostenere. In più, essendo sempre stati in zona rossa o in zona arancione, i clienti non potevano venire, a parte qualche cliente abituale che si fermava per motivi di lavoro. Abbiamo 66 camere inutilizzate ed insieme ad esse anche la piscina, la SPA ed il centro massaggi”. Le perdite sono state ingenti a causa delle numerose spese da sostenere ed a causa delle limitazioni negli spostamenti: “Le perdite sono state notevoli, in quanto abbiamo tantissimi debiti da pagare. È difficile ripartire in questa situazione, non si ha nessuna certezza sul domani. Viviamo nella speranza che qualcosa cambi, ma purtroppo sembra essere una vera e propria tragedia. Stiamo tenendo duro, come tutti gli albergatori italiani. Anche nel periodo in cui potremmo restare aperti, ovvero in zona arancione, le persone degli altri comuni non potevano venire da noi, quindi è come essere chiusi. Dobbiamo comunque garantire la presenza giornaliera all’interno della struttura, onde evitare ulteriori problemi”. Purtroppo, a causa dell’emergenza, non possiamo neanche garantire il servizio di ristorazione incorporato all’hotel: “Il nostro ristornate può servire solamente chi alloggia in hotel, ma considerato che nessuno può venire, non possiamo lavorare neanche nel settore della ristorazione…

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