Il Giorno del Ricordo è una commemorazione civile nazionale italiana che ha luogo il 10 febbraio per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalla loro terra degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Per l’occasione a Rovetta, durante il tardo pomeriggio dell’11 febbraio scorso, in collaborazione con il Rotary e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia- Comitato di Bergamo, l’Amministrazione ha offerto ai cittadini la possibilità di ascoltare, nella Sala Museale, alcune testimonianze su quelle tormentate vicende, introdotte da Maria Elena Depetroni dell’ANVGD bergamasca. Insieme ad Antonio Calandra ha preso la parola anche il sindaco di Rovetta, Mauro Marinoni, con una testimonianza che, seppure indiretta, ha fatto luce sulla storia dei suoi antenati.
“Mio padre Cesare era nato in Croazia, ad Albona, ora Labin, perché mio nonno Gianmaria, nato a Rovetta nel 1897, era colà emigrato nel ’26, chiamato come operaio specializzato teleferista ad occuparsi di una linea di teleferica, appunto, lunga ben 9 km, che trasportava bauxite – la roccia sedimentaria che costituisce la principale fonte per la produzione dell’alluminio dopo che si è sottoposta a processi produttivi – dall’entroterra istriano fino al porto dove veniva caricata. Lavoratore molto stimato, il nonno ad Albona godeva di un certo benessere e con la nonna mise al mondo quattro figli, tra cui mio padre Cesare, appunto, che nacque nel 1930; tutti crebbero e studiarono in Albona, che era e che è ancora, tra l’altro, un posto bellissimo, ora molto famoso anche dal punto di vista turistico”.
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